Corriere della Sera, 10 luglio 2016
Lo Cicero, il Barone scaricato dalla giunta Raggi per bilanciare le quote rosa
È entrato papa ed è uscito cardinale. Andrea Lo Cicero, il «Barone», ex campione di rugby italiano, era stato individuato da Virginia Raggi quale assessore allo Sport al Comune di Roma. Alla prima riunione informale, pero, è stato fatto fuori. All’entrata aveva dichiarato di sentirsi emozionato come un bambino, all’uscita si è comportato da gran signore: «Ho appreso con un certo stupore della volontà di non dare seguito alla mia nomina già annunciata in precedenza sin dalla campagna elettorale, ma come nel rugby ci si mette al servizio della squadra accettando le scelte dell’allenatore».
Giunte da incubo. Motivi dell’esclusione? Forse le polemiche che lo hanno visto coinvolto prima dell’insediamento contro i rom e la necessità della Raggi di bilanciare le quote rosa. Nella sua biografia aveva definito «roba da frocetti» le protezioni nello sport. Lo Cicero ha avuto anche una sua notorietà tv come conduttore di Giardini da incubo, un makeover per riportare in fiore malconci giardini lasciati in abbandono dai proprietari. Così l’ex capitano della nazionale di rugby ha scoperto che nel giardino della politica, anche nell’Eden dei «puri», esistono erbe infestanti: uno non vale uno, le correnti, le guerre fratricide, le scelte eterodirette, il manuale Cencelli in veste pentastellata...
«Non è facile avere un bel giardino: è difficile come governare un regno» (Hermann Hesse, in Aforismi ).