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 2016  luglio 11 Lunedì calendario

In Giappone hanno stravinto i conservatori di Abe

La coalizione conservatrice guidata dal Partito liberal democratico (Ldp) del premier Shinzo Abe ha ottenuto una vittoria schiacciante nelle elezioni di ieri per la Camera alta ed è a un passo dalla super maggioranza che le permetterebbe di cambiare la Costituzione pacifista del Giappone.
I risultati definitivi del voto per il rinnovo di 121 dei 242 seggi della Camera dei consiglieri (il senato) si conosceranno soltanto oggi, ma lo spoglio quando restano da scrutinare sette collegi proporzionali – ha attribuito finora al Ldp di Abe e ai suoi partner 72 dei 78 seggi che farebbero scattare la super maggioranza.
Quello di ieri è stato il primo voto nazionale da quando l’età per l’elettorato attivo è stata abbassata da 20 a 18 anni. Ciononostante ha votato solo il 53,5% degli aventi diritto.
«Dobbiamo accelerare l’Abenomics per soddisfare le aspettative della gente», ha dichiarato Abe in serata commentando il suo trionfo. E, sulla riforma costituzionale, «avremo un dibattito più approfondito» ha promesso il leader nazionalista che guida dal 2012 la terza economia del Pianeta.
LA POLITICA MONETARIAAbe aveva impostato la campagna elettorale soprattutto chiedendo ai giapponesi di confermare l’ok alla sua Abenomics, volta a uscire dalla depressione attraverso una politica monetaria espansiva, il deprezzamento dello yen per sostenere le esportazioni e l’aumento della spesa pubblica.
Ma negli ultimi mesi il dibattito politico nell’arcipelago asiatico è stato incentrato sull’articolo 9 della Costituzione, la cosiddetta clausola pacifista (imposta al Giappone dopo la sconfitta nella Seconda guerra mondiale) che permette alle forze di autodifesa nipponiche di combattere solo per rispondere a un attacco contro il territorio nazionale e che Abe vuole cambiare, per garantire al paese un ruolo più attivo in un’Asia in cui sono molti gli Stati che si stanno riarmando in fretta, anche per rispondere all’aggressività della Cina.
Sulla possibilità dell’impiego anche all’estero di un vero e proprio esercito l’opinione pubblica giapponese è divisa: per una parte della popolazione che vi si oppone è ancora viva la memoria degli anni bui del militarismo imperiale.
Per essere approvata, la riforma dell’articolo 9 ha bisogno di passare con un voto favorevole di almeno i 2/3 dei componenti entrambi i rami del Parlamento (maggioranza che i conservatori già hanno alla Camera), prima di essere sottoposta a referendum popolare.
Le opposizioni ieri hanno incassato una sonora sconfitta: il Partito democratico (Dp) ha ottenuto solo 31 seggi, meno dei precedenti 43. «La nostra capacità di comunicare con l’elettorato si è dimostrata scarsa, è una disgrazia», ha ammesso il leder del Dp, Katsuya Okada, che ha stigmatizzato la tattica di Abe di deviare l’attenzione dalla battaglia sulla costituzione all’economia.