Corriere della Sera, 11 luglio 2016
Il vulcano delle isole Sandwich e quella colonia di pinguini, immortalata da Salgado, continuamente minacciata dalle eruzioni
L’ho avuto in regalo da una persona a me molto cara il volume «Genesi» (Taschen, 2013) di Sebastião Salgado, presentato come «un omaggio fotografico al nostro pianeta nel suo stato naturale». Così lo sfoglio per ritrovare, fissate con l’incomparabile sapienza e sensibilità del grande fotografo, le immagini raccolte nella sezione Pianeta Sud. Cerco in particolare lo scenario fantastico della colonia di pinguini con, sullo sfondo, il vulcano attivo dell’isola Zavodovski, una delle nove isole che compongono l’arcipelago delle Sandwich australi. Perché è questo pezzetto di mondo nell’Oceano Atlantico, remoto e struggente, che dilaga oggi sul web per la tragedia che là si va consumando. La quieta colonna di fumo che nella foto di Salgado si alza dalla montagna si è trasformata da mesi in un’eruzione violenta, con ceneri che si depositano a formare una coltre minacciosa su tutta l’isola. Una gravissima minaccia soprattutto per le colonie di pinguini dell’isola, puntini bianchi e neri, fittissimi, nella foto di Salgado. Come precisa il fotografo nelle note, quella è in assoluto l’isola con la maggior concentrazione di pinguini al mondo. Appartengono almeno a due specie. Pygoscelis antarctica o pinguino antartico e Eudyptes chrysolophus o pinguino macaroni. Sono entrambi di dimensioni ragguardevoli raggiungendo un’altezza tra 70 e 80 centimetri. Depongono una o due uova e entrambi i genitori si dedicano alla cura dei piccoli, covando le uova prima e poi sfamando loro stessi e i piccoli grazie a continue e sfibranti immersioni in mare per cacciare pesci e crostacei. Tutto questo dura parecchie settimane fino a quando i piccoli perdono il piumino e si rivestono del piumaggio giovanile. A quel punto prendono la via del mare e la colonia si disperde fino all’anno successivo. Un ciclo che si ripete ogni stagione e, per contro, una macchina geologica, imprevedibile e mostruosa che mette a rischio quel meccanismo biologico perfetto. I pinguini oggi sono in muta e questo potrebbe abbassare le probabilità di una loro pronta fuga verso il mare. Ricercatori e istituzioni si stanno dando da fare per valutare la situazione ed eventuali interventi. Ma è difficile immaginare come opporsi alle forze del «pianeta nel suo stato naturale», come colto da Salgado.