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 2016  luglio 11 Lunedì calendario

Alla ricerca di Halex Hale, il sergente americano scomparso ad Aviano dopo aver bevuto molto

Quella sera avevano alzato il gomito, Halex e il suo amico commilitone. Birra, whisky, ancora birra. «Abbiamo bevuto molto, io sono crollato a letto e quando mi sono svegliato Halex non c’era più», spiegherà il compagno di serata agli investigatori. Da allora, era sabato 2 luglio, un sabato di forti piogge per Sacile e dintorni, del sergente americano Halex Hale non si sa più nulla. Scomparso. L’hanno cercato per cinque giorni battendo canali, campagne, sentieri. Hanno sentito amici, parenti, fidanzata, colleghi di lavoro. Le squadre di soccorso sono arrivate a contare centocinquanta persone fra sommozzatori dei Vigili del fuoco, unità cinofile e pure una settantina di connazionali. Ma di Hale nessuna traccia.
Dov’è finito, dunque, questo militare ventiquattrenne di Middletown (Indiana) in servizio nella base Usaf di Aviano dal febbraio 2015? Prima di uscire barcollante nella notte di Sacile, ha lasciato tutto a casa del commilitone: macchina, telefonino, documenti e denaro. Nessuno l’ha visto e lui non ha scritto alcun messaggio. Anche sua madre, Amy Hale, sapeva della cena, che inizialmente avrebbe dovuto essere una festa con altri invitati, poi saltata. Aggiunge la signora Amy che a una certa ora Halex era uscito per raggiungerne un altro amico, dal quale però non è mai arrivato.
Da sabato sera la Prefettura ha deciso di sospendere le ricerche ma gli uomini del capitano Michele Grigoletto, comandante della compagnia di Sacile, continueranno a indagare. E scenderà in campo anche la Procura di Pordenone aprendo un fascicolo contro ignoti. «Se la cosa non si risolve dovremo occuparcene anche noi», ha annunciato il procuratore Marco Martani senza aggiungere altro.
Al momento gli inquirenti non scorgono reati e l’ipotesi che sembra prevalere è quella dell’incidente. Vicino alla casa del soldato serpeggia un canale che finisce nel fiume Livenza. «Potrebbe esserci caduto dentro», ipotizza l’investigatore ricordando che la sera della scomparsa il livello dell’acqua era alto e, più in là, il Livenza gonfio e impetuoso. L’affluente è poi molto particolare: «Senza appigli, difficilmente si riesce a risalire». Ma i quindici chilometri di fondali passati al setaccio, fino ai confini con il Veneto, non hanno portato risultati. Le ricerche si sono concentrate soprattutto sui corsi d’acqua per una semplice ragione: i carabinieri avevano trovato sulla riva del canale di Sacile delle lattine di birra americana.
C’è poi l’ipotesi del suicidio, che non viene scartata a priori ma sembra improbabile. Hale non era depresso, non ha mai dato segnali di instabilità, non ha scritto o detto nulla in questo senso. «Lo escludo», ha confermato la fidanzata. E poi amava il suo lavoro, come ricorda la madre Amy: «Absolutely loves it». Terza possibilità: la fuga. Il sergente, che era entrato nell’Air Force a 18 anni e ad Aviano si occupa di comunicazioni del «Fighter Wing», l’unità di volo, doveva partire questa settimana per una nuova missione all’estero. Non avrebbe gradito la destinazione e il suo disappunto l’aveva confidato ad alcuni commilitoni. Non è la prima volta che ad Aviano qualcuno scappa prima di una missione. Ma non scompare mai nel nulla lasciando tutto e senza avvertire nessuno, né i familiari, né la ragazza, come ha fatto Hale. Nel frattempo in Friuli è arrivato Lance Hale, padre di Halex, che preferisce il silenzio. Per lui parla sua moglie Amy: «We’re just devastated». Sono disperati.