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 2016  luglio 11 Lunedì calendario

La riscossa dell’oro (e dei suoi fratelli)

Nonostante le buone performance già messe a segno da inizio anno, e al netto delle ripercussioni a breve per la Brexit, le materie prime dovrebbero avere ancora spazio per crescere nei prossimi mesi. Per Geoff Blanning, head of commodities di Schroders, è proprio questo il momento di investire nelle commodities con rischi non eccessivi. Secondo l’esperto, infatti, le aspettative del consenso si stanno trasformando da ribassiste (come lo sono state negli ultimi tre anni per la maggior parte delle materie prime) a rialziste. Blanning, ritiene che ci siano almeno tre fattori di supporto per investire in commodity (proteggersi dall’inflazione, la debolezza del dollaro americano, e il ruolo crescente dell’India sul fronte della domanda) e due aspetti di rilievo: risultano attualmente tra le asset class meno presenti nei portafogli degli investitori e, soprattutto, sono meno coperte, rispetto all’azionario e all’obbligazionario, dalla ricerca degli analisti. Inoltre, grazie agli Etf quotati in Piazza Affari, l’investimento in materie prime risulta piuttosto semplice, anche per piccoli capitali, e con costi ridotti.
Preziosi
È stata una delle sorprese maggiori da inizio anno. Complici anche le forti tensioni sui mercati finanziari dei primi mesi dell’anno (e delle ultime settimane) con il conseguente incremento dell’avversione al rischio da parte degli investitori, il prezzo dell’oro è salito fino a sfiorare i 1.300 dollari l’oncia. E ora, con la vittoria dei sostenitori di Brexit, ci sono le condizioni per un ulteriore allungo che potrebbe portare a superare 1.400 e forse anche spingersi a ridosso di 1.500 dollari l’oncia nel breve termine. Per diversi strategist di portafoglio, inoltre, una posizione in oro del 5% dovrebbe essere strutturale e fungere come una sorta di «polizza assicurativa» contro le turbolenze di mercato. Soprattutto in una fase come questa nella quale i beni rifugio per eccellenza, come i bund tedeschi, non offrono alcun valore e sono peraltro vulnerabili ad improvvisi aumenti dei tassi di interesse e dell’inflazione, a differenza dell’oro che ne beneficia.
Energia
Dopo parecchi mesi, domanda e offerta di petrolio stanno trovando un punto di equilibrio pur senza nessun accordo per contingentare la produzione da parte dell’Opec, in particolare Arabia Saudita e Iran. Nelle ultime settimane la domanda di greggio è risultata addirittura superiore all’offerta, anche a seguito di scioperi in Kuwait, incidenti nei pozzi nigeriani e incendi in Canada. Gli esperti di Goldman Sachs reputano tuttavia che l’attuale recupero dei prezzi sia fragile. In mancanza di ingenti interruzioni della produzione l’offerta è destinata rimanere prossima alla domanda non appena la produzione in Canada tornerà alla normalità: di conseguenza, prevedono che i prezzi possano oscillare a breve tra 45 e 50 dollari al barile.
Secondo i professionisti di Morgan Stanley e di Credit Suisse, è probabile invece che nei prossimi tre mesi il prezzo del barile possa correggere fino a 43-44 dollari per poi risalire gradualmente fino a posizionarsi di nuovo a 50 nella primavera 2017: il prezzo in euro del greggio, invece, dovrebbe essere stabile nei prossimi 3 mesi e in crescita tra il 5% e il 10% entro i primi mesi del 2017. Una chance in più potrebbe invece averla il gas naturale: Morgan Stanley vede un più 10% nei prossimi 6 mesi e di un altro 10 per cento entro la primavera 2017.
Rame & Co.
Paolo Kauffmann, Faro Founder, società indipendente specializzata nella consulenza sulle materie prime, segnala che il nickel sta consolidando le quotazioni e potrebbe registrare incrementi a breve, mentre lo zinco dovrebbe rallentare nei prossimi due-tre mesi dopo aver corso tanto per poi riprendere a salire da agosto in poi anche per ragioni stagionali (domanda estiva debole). Per quanto riguarda il rame, invece, potrebbero essere rivisti i minimi invernali nei prossimi mesi.
Agricoltura
Kauffmann segnala poi i semi della soia che, dopo aver registrato un bel balzo da 850 a 1.250 dollari al bushel (unità di misura americana per i prodotti agricoli), stanno ora consolidando i prezzi, ma sono ben impostati per proseguire il trend al rialzo. Più stabili, invece, le attese per le quotazioni di grano e cereali.Infine, uno sguardo alla speculazione. Osservando le posizioni nei portafogli dei grandi investitori internazionali, gli Etf specializzati sulle materie prime, inclusi quelli a leva e quelli per il trading, evidenziano una posizione long (rialzista) sull’oro e sul petrolio e una short (ribassista) sul rame.