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 2016  luglio 11 Lunedì calendario

I sindacati in ordine sparso sul referendum

Sindacati in ordine sparso sul referendum costituzionale. La Cisl è orientata per il sì, la Cgil per il no, anche se entrambe non danno indicazioni formali di voto, la Uil deciderà a settembre. Sul fronte opposto, la Confindustria di Vincenzo Boccia, è invece schieratissima per il sì.
Nella Cisl di Annamaria Furlan, a spingere per il sì c’è in prima fila il leader della Fim, Marco Bentivogli, che la settimana scorsa presentando il suo libro dal titolo provocatorio «Abbiamo rovinato l’Italia? Perché non si può fare a meno del sindacato» (Castelvecchi) ha detto: «Noi abbiamo chiesto per anni la riduzione dei parlamentari e la semplificazione dell’iter delle leggi e quando arrivano non sappiamo dire di sì?». Un sì che dovrebbe emergere con chiarezza oggi. La Cisl ha infatti organizzato a Roma un convegno dal titolo: «La riforma Costituzionale per la democrazia, la crescita e lo sviluppo del Paese». Interverranno Roberto Calderoli della Lega, che illustrerà le ragioni del no, Debora Serracchiani, vicesegretario del Pd che invece spiegherà perché votare sì e sopratutto ci sarà il discorso del ministro Maria Elena Boschi, autrice della riforma che tra ottobre e novembre verrà sottoposta a referendum. Chiuderà Furlan, che appunto dovrebbe esprimere un giudizio complessivamente positivo sulla riforma. Il superamento del titolo V e del bipolarismo perfetto i punti maggiormente apprezzati dalla Cisl.
Anche la Cgil di Susanna Camusso non ha dato un’indicazione formale di voto, ma nel direttivo di fine maggio ha approvato un documento molto negativo sulla riforma. La Cgil parla infatti di «un’occasione persa per introdurre quei necessari cambiamenti atti a semplificare, rafforzandole, le istituzioni pubbliche, e giudica negativamente quanto disposto, da tale proposta di modifica, perché introduce nella nostra Carta norme incongrue ed inefficaci». La Uil sta invece preparando un rapporto a cura del segretario confederale Antonio Foccillo sulle conseguenze del sì e del no alla riforma e su questa base deciderà. Insomma, una situazione complessivamente aperta, dove, è inutile nasconderselo, nel comportamento dei leader e dei militanti sindacali sul referendum peserà anche l’esito del confronto col governo su pensioni e mercato del lavoro. Tanto più che il referendum, sul quale Matteo Renzi si gioca tutto, dovrebbe tenersi dopo la presentazione della legge di Bilancio a metà ottobre, legge dalla quale Cgil, Cisl e Uil aspettano risposte importanti sulla flessibilità in uscita sulle pensioni, sui fondi per i contratti pubblici, sui sostegni ai pensionati al minimo e sugli sgravi sul salario aziendale. Il confronto sindacati-governo prosegue in sede tecnica, ma finora senza grandi novità.
Domani, intanto, Cgil, Cisl e Uil riuniscono i delegati per discutere di come sbloccare i contratti, dal pubblico impiego ai metalmeccanici. La Cgil vorrebbe intensificare gli scioperi, la Cisl frena. Infine, mercoledì all’Aran verrà firmato l’accordo sulla riduzione dei comparti del pubblico impiego da 11 a 4, propedeutico per l’avvio delle trattative sui contratti.