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 2016  luglio 11 Lunedì calendario

Griezmann, la grande delusione

Avevano già cominciato a chiamarlo «Empereur Antoine Griezmann I», l’Imperatore, e si scambiavano online il ritratto dipinto dal «Pupazzaro» (l’illustratore romano Fabrizio Birimbelli). Dopo la tremenda delusione, Griezmann dovrà ricominciare da capo. Come Napoleone, il numero 7 non è altissimo, e non lo era soprattutto da ragazzino, quando per questo nessuna scuola di calcio francese ha voluto prenderlo. A un certo punto il Metz gli aveva promesso un contratto prima di cambiare idea: «Suo figlio è troppo piccolo», dissero al padre Alain. Un errore di cui si parlò anche nel 2011, quando scoppiò lo scandalo delle presunte quote nelle scuole calcio: «Non dobbiamo ripetere un caso Griezmann», dicevano quelli che volevano limitare la presenza dei giocatori più atletici e possenti (spesso di origine africana).
Nel frattempo si era trasferito in Spagna. A 14 anni ha lasciato Mâcon per trasferirsi nei Paesi Baschi e imparare il calcio nella Real Sociedad. Nel 2014 il passaggio all’Atletico Madrid, e il Mondiale dove è scoppiato a piangere come un bambino alla fine della partita persa con la Germania.
Giovedì sera la vendetta in semifinale con i due gol rifilati a Neuer, e la consacrazione come capocannoniere degli Europei. Griezmann sembrava inarrestabile, come la storia a lieto fine cominciata con il dramma del 13 novembre, quando la sorella Maud era al Bataclan e riuscì a salvarsi.
L’eroe che i francesi ieri sera attendevano alla prova definitiva è un 25enne che non ha mai giocato nel campionato nazionale, più a suo agio nel parlare spagnolo che francese, di origini portoghesi. Un europeo vero, un francese simbolo di quella che in Francia cominciava a essere chiamata la «generazione Griezmann»: come Pogba giovani, disinvolti, ben al di sotto delle 50 convocazioni in Nazionale. «Antoine ha avuto ottime occasioni, si è trovato di fronte un portiere che ha fatto parate decisive – lo ha difeso l’allenatore Didier Deschamps dopo il match —. Gli è mancata un po’ di fortuna, magari un po’ di concretezza. La delusione è enorme».
Griezmann è tornato quello che sbagliava il rigore nella finale di Champions con il Real Madrid. Ieri sera ha corso, come sempre, ma il destino lo ha raggiunto. È sembrato un giocatore senza peso.