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 2016  luglio 10 Domenica calendario

La Cina va a caccia di civiltà aliene

Cinesi alla conquista dello spazio. Tecnici e ingegneri hanno incastrato nel delicato progetto di telescopio gigante, nella selvaggia depressione della remota provincia cinese di Guizhou, l’ultimo dei 4450 pannelli triangolari del FAST, il Five-hundred-meter Aperture Spherical Telescope, ovvero il radiotelescopio sferico con apertura di 500 metri con l’estensione di 30 campi di calcio. L’obiettivo: esplorare l’universo e captare anche i più remoti segnali di presenze aliene, e proiettare l’Impero cinese nell’empireo come superpotenza spaziale. Si profila un confronto anche mediato, da guerra fredda anni ’60, non più con la Russia ma con la Cina, se Hillary Clinton vincerà le presidenziali americane. Intervistata da Jimmy Kimmel in un programma televisivo della notte, l’aspirante democratica alla Casa Bianca ha corretto l’anchorman sulla nuova terminologia di UFO discettando sugli UAP o Unexplained aerial phenomenon, e rispondendo a domanda sulla fiducia nell’esistenza di extra-terrestri spiegando che «tutte le storie che si sentono là fuori non se le inventa qualcuno seduto nella sua cucina». Come dire: qualcosa di vero dev’esserci. 
IL PROGETTO
Per afferrare la verità filtrata in concreto da lontanissime onde radio provenienti da corpi celesti, la Cina pare oggi all’avanguardia con la parabolica mozzafiato con un diametro di mezzo chilometro a più di 2mila chilometri a sudovest di Pechino. Un progetto da 185 milioni di dollari avviato nel 2011 e orientato a catturare onde fino a mille anni luce di distanza. Gli scienziati potranno scrutare l’infinito dai loro studi, attraverso il controllo remoto. «Essendo FAST il telescopio più grande al mondo, oltretutto in un’area senza troppe interferenze radio, il suo impatto scientifico sull’astronomia sarà formidabile», dice il capo scientifico del progetto, Nan Redong, all’agenzia cinese Xinhua. «La sua capacità di scoprire civiltà aliene sarà tra 5 e 10 volte maggiore di quella delle apparecchiature attuali», calcola Peng Bo, direttore del Laboratorio nazionale di tecnologia radio-astronomica cinese. E non solo... Finora la comunità scientifica ha svelato l’esistenza di 2500 pulsar, adesso il numero potrebbe raddoppiare. Ma dietro il progresso scientifico che Li Di, altro autorevole astronomo cinese, descrive come «un’aspirazione a esplorare mondi sconosciuti propria del genere umano, naturale come sfamarsi o vestirsi», c’è la gara con gli Stati Uniti che finora detenevano il primato dell’auscultazione spaziale col telescopio Arecibo di 305 metri a Porto Rico. FAST potrà scannerizzare il doppio di cielo, con una sensibilità da 3 a 5 volte superiore. Fantascientifiche le immagini dall’alto dell’immensa parabolica tra le foreste. C’era una volta, là, un villaggio abitato da 65 persone. Altre 2910, per 2029 famiglie, saranno trasferite non per tutelare la loro salute, ma per non turbare il silenzio necessario al grande orecchio a intercettare i messaggi nella bottiglia delle civiltà ET. A ciascuno dei deportati è riconosciuto un risarcimento di 1800 dollari. I cinesi non si scandalizzano per questo. Solo per la costruzione di una diga sul fiume Yangtze, un milione di cinesi hanno fatto le valigie. Altri 350mila per un progetto stradale. Le colline Karst dove sono stati sistemati da tecnici specializzati i 4450 pannelli del FAST sono frutto di una ricerca del sito ideale iniziato addirittura nel 1994. A distanza di quasi 50 anni dal primo americano sulla Luna, il presidente cinese Xi Jingping non fa mistero di volere il primo cinese allunato entro il 2036, ma anche la costruzione di una stazione spaziale in orbite perenne, il cui primo modulo sarà lanciato nel 2018. La Nasa risponde col progetto di aeronave per Giove. Tempi duri, per gli americani se vogliono mantenere il primato sull’esplorazione dello spazio e sulla ricerca relativa a pulsar e buchi neri. Con le prevedibili ricadute militari. La candidata ET Clinton annuncia a sua volta di voler «aprire il più possibile i file’ su alieni e spazio». Altro intrigante capitolo della caccia agli Ufo e della futuribile colonizzazione dello spazio nel braccio di ferro mediatico, scientifico, politico, economico e militare tra Cina e America.