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 2016  luglio 09 Sabato calendario

Un cecchino a Dallas uccide cinque poliziotti • Chi sono le vittime • Numeri sulla polizia americana • Un bambino denutrito tolto ai genitori vegani • Schwazer positivo anche nelle controanalisi è fuori dalle Olimpiadi • Amazon vuole comprare tre centrali nucleari italiane • I manager di France Télécom a processo per mobbing dopo l’ondata di suicidi tra dipendenti • Albinati vince lo Strega


Dallas A Dallas, durante una marcia contro la polizia violenta che nei giorni scorsi ha ucciso due neri, a pochi metri da Dealey Plaza dove il 22 novembre 1963 fu ucciso John Kennedy, qualcuno ha sparato prendendo bene la mira e uccidendo cinque poliziotti (7 i feriti, alcuni in condizioni serie). Dapprima si sono sentiti degli spari isolati, il corteo si è sparpagliato, poi colpi a raffica. Dopo una trentina di minuti in cui il caos è stato totale, il killer si è materializzato dietro un pilastro di El Centro College. Un altro conflitto a fuoco e poi si è rifugiato nella rimessa pubblica nell’edificio di fronte. È iniziata una trattativa per tirarlo fuori, ma il cecchino per tutta risposta fa sapere che ci sono delle bombe nascoste nella piazza e nella città e che è pronto a farle esplodere; che vuole ammazzare tutti i bianchi e soprattutto i poliziotti bianchi; che ha fatto tutto da solo e non ci sono complici. All’alba la polizia ha manda nel suo nascondiglio una bomba robot e lo ha eliminato. Il cecchino si chiamava Micah Xavier Johnson, afroamericano, 25 anni, veterano dell’esercito. Aveva combattuto per nove mesi in Afghanistan ma ora viveva con la madre a Mesquite, sobborgo a nord di Dallas. «Era una sorta di recluso, non parlava con nessuno» ha raccontato alla tv uno dei vicini. Al momento non risultano collegamenti con gli organizzatori della manifestazione di giovedì, il movimento Black Lives Matter. Altre tre persone sono in stato di arresto. Due uomini bloccati mentre in una Mercedes si stavano allontanando a tutta velocità da downtown. In macchina avevano una borsa con magliette mimetiche militari. Fermata anche una donna, non lontano dall’epicentro della sparatoria (Sarcina, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]

Veterani Due dei cinque poliziotti morti erano veterani di guerra. Patrick Zamarripa, 32 anni, una figlioletta di 2, aveva fatto tre missioni in Iraq. Brent Thompson, 43 anni, era stato in Afghanistan e anche nelle zone tribali del Pakistan. Adesso lavorava come poliziotto per il Dart, l’agenzia che gestisce i trasporti della metropoli texana. Si era sposato solo due settimane fa, con una collega (Flores d’Arcais, Rep).

Polizia/1 Quest’anno la polizia americana ha ucciso 123 afroamericani. Dopo tre anni di lavoro il Center for Policing Equity di New York ha pubblicato uno studio che analizza 19mila casi (dal 2010 al 2015) in cui la polizia ha fatto uso della forza in 12 municipalità rappresentative dell’intero Paese. La forza viene usata nel 2% dei casi di interazione agenti-civili. Le maniere dure (a volte mortali) vengono usate di più sui neri che sui bianchi: 3,6 volte di più (Farina, Cds).

Polizia/2 Nel 2013 in America c’erano 477mila poliziotti sparsi in 12mila commissariati, di cui 58mila (il 12%) neri (erano 55mila nel 2007). Latinos e asiatici in divisa sono aumentati, facendo sì che il 27,3% della polizia sia fatta di minoranze (ibidem).

Vegani Un bambino di 13 mesi, con una malformazione cardiaca, è stato portato all’ospedale Fatebenefratelli di Milano dai nonni per un controllo. Per la dieta vegana cui era sottoposto dai genitori, pesava solo 5,2 chili, i medici hanno riscontrato «grave ipotonia, ipotrofia generalizzata, ritardo psicomotorio e calcemia (livelli di calcio nel sangue) ai limiti della sopravvivenza». Quando i risultati allarmanti sono stati comunicati ai genitori, questi si sono prima raccomandati di non somministrare al bambino latte e latticini, poi hanno fatto sapere che non avrebbero collaborato, infine hanno riportato il figlio a casa. Da qui l’intervento della Procura dei minorenni che ha chiesto il ricovero d’ufficio. In questo caso la malformazione cardiaca rendeva ancora più imprudenti le restrizioni alimentari. Trasferito al San Donato, il bambino è stato operato dal cardiochirurgo Alessandro Giamberti: «Almeno sotto questo profilo il quadro clinico migliora», spiega il medico. Su ordine dei magistrati, il bambino è stato portato via dalla casa. La patria potestà è stata tolta ai genitori. Ora la responsabilità è del Policlinico di San Donato. Dopo le cure, il bambino potrebbe essere affidato ai nonni materni o sistemato in una comunità (Poletti, Sta).

Doping Anche le controanalisi danno torto ad Alex Schwazer: il laboratorio Wada di Colonia ha trovato nel campione B di urina del marciatore, prelevato il 1° gennaio scorso a Vipiteno, gli stessi sei precursori del testosterone ritracciati nella prima provetta. Positività confermata, sospensione immediata da parte della federazione internazionale di atletica leggera (Iaaf): Schwazer non parteciperà ai Giochi di Rio che preparava da un anno sotto la guida di Sandro Donati. L’atleta non si arrende: «Lotterò fino all’ultima possibilità per far chiarezza su questa storia: voglio andare alle Olimpiadi per dare una risposta in gara perché sono pulito». Quindi ora spetterà a lui dimostrare un’assunzione involontaria, comunque sanzionata (Bonarrigo, Cds).

Amazon Amazon potrebbe acquistare tre centrali dell’Enel per un totale di 300 megawatt di potenza. L’obiettivo del gruppo, secondo quanto risulta al Corriere, è costruire delle «server farm» che possano fare da base per il ricco business del cloud pubblico. La trattativa è in corso. Le centrali sono già state visitate e Amazon, in particolare, sarebbe interessata a quelle piemontesi, tra cui quella di Trino Vercellese. Difficile quantificare il valore dell’operazione: i siti potrebbero rendere all’Enel qualche milione ma a regime, considerando il costo dei data center, l’investimento complessivo potrebbe arrivare anche a centinaia di milioni. Non è esclusa, in un secondo momento, una joint venture con l’Enel, sia per l’eventuale gestione dell’energia (i server sono notoriamente energivori), sia per la fornitura dell’infrastruttura di banda ultralarga con Enel Open Fiber (Sideri, Cds).

France Télécom Dopo sette anni di indagini, la Procura di Parigi ha chiesto il rinvio a giudizio per i manager di France Télécom che erano alla guida del gruppo durante l’ondata di suicidi tra i lavoratori. I dirigenti della società, diventata nel 2013 Orange, sono accusati di mobbing e potrebbero essere processati. Durante la fase di ristrutturazione aperta nel 2006 l’amministratore delegato Didier Lombard aveva annunciato il taglio di 22mila dipendenti e il trasferimento di altri 14mila. Per raggiungere gli obiettivi di riduzione del personale, sostiene la Procura, i vertici della società avevano avviato una strategia di destabilizzazione dei dipendenti, in modo da farli sentire a disagio sul posto di lavoro e spingerne il più possibile ad accettare una partenza volontaria. I manager che riuscivano a mandar via impiegati erano ricompensati a fine anno con lauti premi. Tra i mezzi di pressione utilizzati la Procura ha citato diversi esempi: madri di famiglia trasferite in sedi a due ore da casa, impiegati rimasti senza la scrivania a causa di lavori negli uffici, demansionamento di alcuni quadri. In tre anni, 60 impiegati del gruppo si sono suicidati, di cui 35 tra il 2008 e il 2009. Il sindacato interno aveva sporto denuncia contro il management (Ginori, Rep).

Strega Il premio Strega quest’anno è stato vinto dal libro La scuola cattolica (Rizzoli) di Edoardo Albinati: 143 voti. Dal palco l’autore: «M’ero preparato il discorsetto come all’Oscar ma mi considero solo il redattore di questo libro, ringrazio chi mi ha dato l’idea di scriverlo, chi l’ha riletto e l’editore Rizzoli che ha deciso di pubblicarlo quando pensavo di smettere. Da tre giorni a questa parte penso che tutta questa gioia e questa fatica vada dedicata a Valentino Zeichen, una persona cara e nobile». Secondo posto per Eraldo Affinati, con l’omaggio a don Milani nel suo L’uomo del futuro (Mondadori), 92 voti; appena tre in più rispetto a Vittorio Sermonti, con Se avessero (Garzanti, gruppo Gems) che ne ha avuti 89. Tra i momenti emozionanti il ricordo di Umberto Eco, scomparso il 19 febbraio, vincitore del Premio Strega nel 1981 con Il nome della rosa (Fallai, Cds).

(a cura di Daria Egidi)