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 2016  luglio 07 Giovedì calendario

Ritratto di Marko Pjaca, oggetto del desiderio del Milan (e di mezza Europa)

Ssst, silenzio, nessuno parli di Marko Pjaca. Nella vita di Marko la richiesta ritorna: c’è sempre qualcuno che non vuole si parli troppo di lui. A volte salta tutto perché una ragazza fotografa Galliani in missione segretissima a Zagabria. Altre il giochino riesce e per la Lokomotiva, antica società croata con classico nome ferroviario, è stata una fortuna. Stagione 2011-12, Marko ha sedici anni e mezzo ma il suo allenatore capisce subito che il ragazzo è da Serie A. Lo fa allenare con i grandi, pensa di lanciarlo ma il direttore sportivo lo stoppa: prima il ragazzo firma, poi lo si mette in vetrina. Già sentita.

SLAVEN E STIPENDIO
Pjaca quella volta firmò, questa volta non si sa ma il Milan spera. I tifosi allora vanno su internet a cercare informazioni. Per la tecnica, si capisce tutto: Marko è destro e può giocare in tutti i ruoli della trequarti. In un 4-2-3-1, bene a destra, a sinistra e in mezzo, dietro il «9». In un 4-3-3, funziona come nei governi di grande coalizione: destra o sinistra non fa differenza. Pjaca accelera di qui e di là, salta l’uomo e ha il fisico per lottare. Da sinistra, al massimo, rientra e cerca la porta: un’arma in più. Cercate un paio di video in cui maltratta lo Slaven, vedrete che gli bastano 50 centimetri per passare impunito tra due difensori. Il resto sono particolari extra-campo e per questo i giornali croati aiutano. Marko è molto legato alla famiglia. Ha portato regolarmente a casa lo stipendio, come nell’Italia di una volta, e ha fatto sapere di ritenere normale lasciare tutto ai genitori. Quando potrà, dice, al massimo comprerà un’auto, passione giovanile. Gli altri passatempi sono la musica – hip hop, techno, house -, il cinema e il cibo. La Dinamo, saggia, lo ha messo a dieta.
DINHO E PORTOGALLO In campo, invece, niente limiti. Nelle giovanili della Zet, il club dei tranvieri, Ivan Marinkovic lo faceva giocare con i più grandi e Marko a volte giocava tre partite in un giorno. Una faticaccia, ma si è fatto il fisico. Adesso Pjaca regge i contatti e segna: 8 gol in 28 partite, 21 da titolare, nell’ultima stagione con la Dinamo Zagabria. Per un ventunenne, non sono pochi. Contro i più grandi, in tutti i sensi, altri numeri: 90 minuti contro i campioni d’Europa della Spagna a Bordeaux, 10 spettacolari contro il Portogallo. Highlight: palla ricevuta a destra, Marko si gira col controllo, punta la porta, passa tra due avversari, finta e accelera. Poi si è allungato la palla e ha guadagnato solo un angolo, ma della giocata si è parlato parecchio. Marko invece dice che preferisce Maradona a Pelé e il suo mito è Ronaldinho, ma rispetto a lui è ovviamente meno creativo, più concreto, più portato a dare una mano in fase di non possesso.
NEUER E SERPENTI Nell’ultimo anno ha vinto il premio di miglior giocatore del campionato croato e anche quando si è trattato di votare il miglior Under 21 non ci sono stati dubbi: Pjaca. In quella e in altre occasioni, MP20 ha risposto alle mille domande dei giornalisti. Marko, chi è il miglior portiere del mondo? Risposta: Neuer. La scuola? Liceo sportivo, assieme a Jedvaj, (intra)visto alla Roma. La paura più grande? I serpenti. Il biscione come simbolo interista è ampiamente in disuso ma insomma, la frase fa un po’ derby.