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 2016  luglio 07 Giovedì calendario

Le ultime sullo studente americano gettato nel Tevere

È morto annegato, dopo essere stato spinto in acqua da un senzatetto che stava litigando con lui. Mentre Massimo Galioto, 41 anni, clochard che abita lungo le rive del Tevere dichiara la sua innocenza – «non sono stato io, non ero solo quella notte, mi stanno mettendo in mezzo» – il gip Maria Agrimi si appresta questa mattina ad ascoltarlo in un interrogatorio, per decidere se convalidare il fermo disposto dalla Procura per omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Per il pm Marcello Monteleone, sarebbe stato lui a fare cadere nel Tevere Beau Solomon, lo studente americano di 19 anni arrivato a Roma dal Wisconsin per studiare alla John Cabot University.
LA RICOSTRUZIONE
Insieme ai suoi amici, Galioto si sarebbe anche allontanato senza soccorrere il giovane. I fatti risalgono a giovedì scorso, la scena è stata ripresa da alcune telecamere di sorveglianza. Non saranno solo gli agenti della Squadra Mobile e del commissariato Trevi a indagare sul decesso. Anche l’Fbi ha deciso di partecipare al caso. I federali ricostruiranno le tappe precedenti l’omicidio, focalizzandosi sul furto subìto dal ragazzo. Nei vicoli di Trastevere, sarebbe stato avvicinato da due persone che gli avrebbero rubato la carta di credito. La stessa carta che risulta essere stata utilizzata Milano tre giorni fa e che è stata alleggerita di 1.500 euro. Secondo gli inquirenti, Solomon sarebbe stato convinto dai ladri a seguirli sulla banchina che costeggia il Tevere, all’altezza di ponte Garibaldi. Non è ancora chiaro il motivo. Forse, Beau si era accorto di essere stato raggirato e i due avrebbero tentato di scaricare la colpa sui punkabbestia che vivono accampati sulla sponda del fiume. Oppure, avrebbero condotto il ragazzo sulla riva e lo avrebbero prima derubato e poi abbandonato, probabilmente ubriaco, barcollante e indifeso. Tentando di rincorrere i malviventi, Solomon si sarebbe scontrato con il gruppo di senzatetto e ne sarebbe scaturita una lite. Le indagini sull’omicidio e sul furto proseguono parallele. Il sospetto degli inquirenti è che esista un gruppo organizzato e specializzato nel truffare turisti stranieri in uno dei quartieri più vivi della movida romana: Trastevere. Beau, infatti, si era trovato con alcuni compagni di corso in un bar a piazza Trilussa, ma verso l’una di notte era scomparso. Gli amici raccontano che aveva bevuto solo una birra, ma alcuni testimoni dicono che sembrava ubriaco. Per la Procura, sarebbe stato avvicinato da due soggetti, probabilmente magrebini, che lo avrebbero convinto a trascorrere con loro parte della serata. Gli amici dicono che il giovane aveva bevuto solo una birra, ma alcuni testimoni raccontano invece che Beau era ubriaco. Quel che sembra certo, è che il diciannovenne avrebbe seguito spontaneamente i due ladri. Rimasto solo, avrebbe litigato con il gruppo di Galioto.
I GENITORI DAL PAPA
I punkabbestia si sarebbero accorti di lui perché avrebbe svegliato i loro cani accucciati fuori dalle tende. Sarebbe seguita una leggera colluttazione e, poi, la caduta in acqua. A dare l’allarme, alcuni ragazzi che si trovavano sulla sponda opposta del Tevere. Stavano passeggiando tra le bancarelle dell’Estate Romana, quando hanno visto un uomo spingere il diciannovenne. Ci sono voluti quattro giorni per ritrovare il corpo di Beau. Il suo cadavere è riemerso all’altezza di ponte Marconi. Stando a quanto riferito dall’avvocato di Galioto, Michele Vincelli, il suo assistito si è detto estraneo ai fatti. La storia di Beau ha rapidamente fatto il giro del mondo. Il ragazzo era noto in America: da bambino aveva sconfitto una rara forma di cancro diventando in tutto il paese un simbolo della lotta contro la malattia. Ieri mattina i genitori sono stati ricevuti da papa Francesco prima dell’udienza con i pellegrini provenienti da Lione. Bergoglio ha manifestato loro «i sentimenti della più viva partecipazione e compassione, e vicinanza nella preghiera al Signore per il giovane così tragicamente scomparso».