La Stampa, 7 luglio 2016
Ora è possibile che vinca il peggiore
La semifinale è stasera a Marsiglia, Francia-Germania. Quella giocata ieri a Lione tra Portogallo e Galles si è confermata il prodotto di un tabellone sbagliato. Un Portogalles. Com’era normale che fosse tra un’outsider decorosa ma nulla più, il Galles, e una squadra che si era invece presentata con le sue brave ambizioni, ma era stata incapace sin qui di vincere una partita che è una, il Portogallo.
Detto questo, e dopo un primo tempo di irritante modestia, la firma è di sangue blu il che rende automaticamente legittimo il verdetto. Cristiano Ronaldo ha giocato i primi 45 minuti perfettamente in linea con quanto mostrato nelle precedenti partite, fatta salva la doppietta –molto bella – con l’Ungheria, in una partita però in cui un pareggio con tanti gol andava bene ad entrambe e insomma ci siamo capiti. Ma poi in avvio di ripresa ha trovato, sul primo cross degno di questo nome, uno stacco dei suoi. Una sospensione perfetta, una schiacciata aerea che ha messo al tappeto i gallesi. Capaci di rialzarsi da lì a tre minuti, dopo il conteggio, solo per incassare il colpo del kappao tecnico, propiziato ancora da Ronaldo e firmato in spaccata da Nani.
È stato anche sfortunato il Galles. Perché dei due grandi giocatori su cui ha costruito la squadra uno, Ramsey, era fuori per squalifica. E non è stato difficile, per i portoghesi, dedicare a quel punto tutte le attenzioni difensive che servivano al superstite, Gareth Bale. Che ci ha provato sino all’ultimo, in maniera persino commovente: ma alla fine ha dovuto arrendersi, perché per forte e coraggioso che uno possa essere il calcio rimane uno sport collettivo.
Quello dei portoghesi, adesso che si sono liberati dalle loro paure e, soprattutto, hanno riscoperto di poter contare davvero sul loro totem, non è di prim’ordine, questo no, ma nemmeno da disprezzare. Non è quasi mai brillante, se non nel finale in discesa di ieri sera, ma non ha particolari punti deboli. E visto e considerato che il calcio sa essere strano, quando vuole, non è poi del tutto da escludere che in una partita secca il Portogallo riesca persino domenica sera a Saint Denis a laurearsi campione d’Europa. Com’è successo in passato a Danimarca e Grecia, a conferma che il Mondiale è un’altra cosa e non è proprio il caso di fare confusione.