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 2016  luglio 07 Giovedì calendario

Niente pettegolezzi e delitti, torna la “Domenica in” di Pippo Baudo: «Sono l’erede di me stesso»

Silvia Fumarola per la Repubblica
Pippo Baudo è seduto nel suo studio come un gatto dopo una lunga caccia al topo. Ha l’aria soddisfatta. «Stanotte ho dormito il sonno del giusto, non mi capitava da tempo. Tornare a Domenica in a 80 anni mi sembra un regalo per il futuro, e poi c’è una coincidenza: è la mia tredicesima edizione».
Un mese fa prevaleva l’amarezza. In fondo è una rivincita.
«Ma no, però è vero che si apre una nuova fase. Ci sono stati alti e bassi, non coltivo il rancore».
Le mancava la tv?
«Sì, soprattutto mi sembrava un’ingiustizia non poter offrire il mio contributo perché ancora posso dare qualcosa. Lo considero il riconoscimento a un professionista. Non mi ritengo un grande artista ma un buon artigiano: nel nostro paese ne abbiamo bisogno».
Sia sincero, aveva fiducia nella nuova Rai?
«Quando mi hanno contattato mi sono chiesto: che tipo di proposta mi faranno? Il direttore di RaiUno Andrea Fabiano è stato molto carino, mi ha detto semplicemente: “Facciamo la Domenica in alla Pippo Baudo”. Ho pensato che c’è ancora spazio per me. A ottobre si riparte».
Prima Michele Guardì le aveva offerto la rubrica a I fatti vostri con Magalli, no?
«L’offerta di Michele mi è piaciuta perché raccontare la storia del varietà mi diverte, poi è uscito fuori il settebello. Mantengo l’impegno farò entrambe le cose».
L’Italia è cambiata dai tempi della sua Domenica in.
«Lo so bene, è cambiata anche la televisione. Domenica in compie 40 anni, ma non vorrei riproporre il passato. La nuova tv deve avere il sapore di oggi».
Qualcuno ironizza sul “ritorno al futuro”, che vuol dire fare televisione contemporanea?
«Portare il pubblico a pensare, perché non sia fatto di spettatori passivi che passano da un canale all’altro. Spero di accendere i cervelli con l’informazione e le interviste. Insomma, di intrattenere facendo servizio pubblico».
È abolita la cronaca nera che impazzava, anche la domenica. Come si regolerà?
«Lascio i delitti agli investigatori. L’anno scorso è andata com’è andata, non sta a me dirlo, io farò un rotocalco. In passato ho avuto ospiti come Truffaut, Connery, De Niro. Spero che per attori e registi l’abitudine di passare per la Domenica in di RaiUno riprenda».
Chi vorrebbe come primo ospite?
«Non ci ho pensato, ma inviterò i politici solo se sono necessari per affrontare certi argomenti. Per la politica ci sono già i tg».
Si aspettava di ricominciare a 80 anni?
«Sono una persona curiosa e non mi piace oziare. Qualcuno ha scritto l’elogio dell’ozio ma non lo considero un valore positivo, penso che sia la morte. Passi il tempo a pensare: a cosa? Solo se lavori resti vivo, e io sono un combattente. Questo è il momento più importante della mia carriera».
Gli altri?
«Il festival di Sanremo, Fantastico e Domenica in. Sanremo perché ne ho fatti tredici e alcuni clamorosi con canzoni diventate classici, ho lanciato Giorgia, Laura Pausini... Il maestro Angelo Valsiglio mi portò La solitudine. Avevo sentito la voce di Laura, era perfetta per lei. Lo sa che fu applaudita dagli orchestrali dopo l’esibizione? Non succede mai».
Arriviamo a Fantastico.
«Fantastico è nel mio cuore perché mi ha portato in dono Lorella Cuccarini, una delle creature a cui sono più affezionato, ma cito anche Luna Park perché c’era un’altra ragazza eccezionale, Heather Parisi. E Beppe Grillo. Il giorno del mio compleanno Beppe mi ha chiamato, telefonata graditissima e inattesa. Abbiamo chiacchierato da vecchi amici, senza mettere la politica in mezzo».
Lascia la politica ai tg, c’è un altro tema che porterà in primo piano?
«La vita ne offre uno al giorno, pensi a come è stato trattato il telefonino nel film Perfetti sconosciuti, alla periferia di Jeeg Robot, c’è un cinema italiano molto interessante. Forse un tema da esplorare è la felicità».
Primo Levi ha scritto che «l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione alla felicità sulla terra».
«Lavorare mi rende felice».
Chi le ha telefonato dopo la notizia che tornava in pista?
«Per l’80 per cento gente che non sentivo da tempo. Andare in soccorso del vincitore – o presunto tale – è normale. I veri amici hanno telefonato più tardi, mi hanno mandato un messaggio anche Claudia Mori e Celentano: “Finalmente sei tornato, siamo contenti”. Mi hanno riempito di gioia».
In famiglia come l’hanno presa? Non era un nonno da giardinetti...
«Mia figlia Tiziana era felice, martedì mi ha chiamato anche mio figlio dall’Australia».
Ha i capelli bianchi: li tingerà per tornare in tv?
«Per carità, la chioma bianca è stata una conquista. Oggi sono questo. Berlusconi ogni volta che mi incontrava mi rimproverava: “Basta, tinga i capelli”».
Chi sceglierà come partner?
«Cerco una ragazza che sappia cantare e ballare, una come la Cuccarini. Per tradizione non sono per le vallette».
Ma se le ha inventate lei.
«Tutte hanno parlato e si sono esibite, dalla Ferilli a Valeria Mazza, Autieri, Gerini».
Veramente Alba Parietti diceva che non la faceva parlare.
«Perché voleva fare l’opinionista e mi irritava: così parlò Zarathustra. E lei non era Zarathustra».

***

Renato Franco per il Corriere della Sera
L’erede di Baudo? Sempre lui. Pippo. Che a 80 anni si riprende il palcoscenico. Conduttore e direttore artistico della prossima Domenica In .
Sorride: «Sono l’erede di me stesso. Del resto il presentatore si distingue per gesto, voce, cultura. Caratteristiche e difetti che fanno l’insieme della personalità. Ogni conduttore è diverso dall’altro».
Il suo pregio?
«Saper ascoltare l’interlocutore. Significa non seguire uno schema fisso di domande, ma assecondare le risposte se portano verso una strada inaspettata».
Il difetto?
«Sono un po’ cocciuto. Non ho un carattere facilissimo».
In pieno renzismo, molti la vedrebbero bene come rottamato. Cosa risponde?
«Se il vecchio Anchise riesce a scendere dalle spalle di Enea e riesce a camminare, lasciatelo camminare».
Come è andata?
«Non lo so nemmeno io. È come quando dopo un temporale, tra le nuvole ancora dense, all’improvviso spunta un sole inaspettato».
Quale dirigente Rai si è presentato con il sole in mano?
«Il direttore di Rai1 Andrea Fabiano. È un ragazzo, ha 40 anni e per questo mi ha fatto ancor più piacere. L’ho sentito riconoscente del servizio antico reso a quest’azienda».
È nato tutto in meno di una settimana. Ha già idee su come impostare «Domenica In»?
«Mi rifarò alla grande tradizione di questo contenitore domenicale fatto di attualità, spettacolo e informazione. Niente pettegolezzi e delitti. Penso a grandi ospiti, parlerò di libri e mostre. L’obiettivo è alzare un po’ l’asticella».
Manca in video da tre anni. «Il viaggio» su Rai3.
«È una delle cose più belle che ho fatto negli ultimi tempi, un cammino alla scoperta di personaggi e luoghi della memoria. Adesso sono tutti lì a viaggiare. Li ho anticipati, ma non ho inventato niente. Lo aveva gia fatto Mario Soldati... e pure Marco Polo».
La Rai si è finalmente ricordata di lei?
«Ma non c’è mai stata una lite o un distacco drammatico. Semplicemente avevano altri piani. Ora ci hanno ripensato».
Ha condotto 12 edizioni di «Domenica In».
Ride: «E ora ho fatto 13».
I ricordi più intensi?
«Sean Connery fu disponibilissimo. Era venuto a parlare del suo 007, Missione Goldfinger . Il tema musicale era di Shirley Bassey, ma non avevo una ragazza con cui farlo ballare: “Balliamo io e te, io faccio la donna”».
Anche De Niro fu una sorpresa.
«Fu attento già prima di cominciare, si disse colpito e dispiaciuto dell’attentato mafioso alla mia villa. Poi mi concesse un’intervista infinita di 50 minuti. Penso sia ancora un record. Non smetteva più di parlare, si aprì su tutto, amori, film, salite e discese».
Una delusione?
«Barbra Streisand. Era reduce da un debutto infelice come regista con Yentl del 1983. Era nervosa. Fece capricci per le luci, aveva paura che si vedesse troppo il naso. Poi aveva un vestito con le braccia foderate di metallo, ogni volta che si muoveva era una botta da gladiatore. Disse che non aveva mai scritto una canzone dedicata a Roma. Le feci ascoltare la sua When in Rome».
Come si gestiscono le bizze degli intervistati in diretta?
«Devi sopportare i capricci, smussare».
Cinema, libri, tv: quando non intrattiene gli altri, lei come si intrattiene?
«Bisogna fare tutto per essere cittadini del mondo. Guardare i film, leggere i libri. E anche guardare la televisione. Io lo devo fare anche per lavoro. Ma trovo snobistico l’atteggiamento di chi dice che non guarda la tv. Fa parte del mondo che ci circonda».
Pier Silvio Berlusconi ha detto che il media del futuro è la tv generalista.
«È vero. La danno per defunta e sepolta ma funziona ancora. Basta vedere Montalbano , Rischiatutto , Don Matteo . Generalista non significa generica, superficiale. Significa varia. Per questo continua a essere ben viva».