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 2016  luglio 06 Mercoledì calendario

A 14 mesi dalle elezioni Schäuble vuole abbassare le tasse dei tedeschi

Mancano poco più di 14 mesi al voto nazionale (fine settembre 2017), e il ministro delle Finanze tedesco, il falco Wolfgang Schaüble, annuncia di voler abbassare le tasse. Lui bacchetta gli spendaccioni d’Europa, questa volta è toccato a Spagna e Portogallo, e fa il generoso a casa sua? Ma la Germania se lo può permettere.
I populisti dell’AfD continuano ad avanzare, superano già i socialdemocratici in diverse regioni, l’anno venturo potrebbero superare il dieci per cento, e rendere difficile una replica della Grosse Koalition. Guadagnano voti denunciando l’arrivo di troppi profughi, per colpa della Merkel, ma sostengono di non essere razzisti: si spende senza problemi per gli stranieri (21 miliardi non previsti) e non si pensa ai tedeschi meno fortunati, pensionati e disoccupati.
In parte hanno ragione, ma Schaüble non copia Renzi regalando 80 euro a testa, o sostenendo di ridurre alcune tasse mentre ne aumenta altre. Quel che conta è il totale: il fisco ingoia il 22,8 per cento del pil. Quando arrivò alle finanze, nel 2009, il peso fiscale era al 22,4, e lui vuol lasciare i conti esattamente come li trovò. Dunque, farà uno sconto ai tedeschi dello 0,4 per cento. Poco? Equivalgono a una dozzina di miliardi, da distribuire soprattutto alle famiglie in difficoltà.
Una generosità, comunque, contenuta: un anno dopo essere diventato Finanzminister, nel 2010, le entrate fiscali erano ancora più basse, il 21,4 del pil. Durante la crisi finanziaria, la Germania voleva rilanciare l’economia. Oggi, le casse sono piene, ma Schaüble, da tipico tedesco, rimane prudente: piene, risponde, ma non troppo. Meglio non esagerare. Se volesse scendere alla quota più bassa, il 20,4 del 2004, Schaüble dovrebbe diminuire le tasse dell’1,6, cioè qualcosa come una cinquantina di miliardi.
Una riforma del fisco è necessaria, commenta Der Spiegel: le aliquote vanno aggiornate. Ormai, per un single, basta guadagnare 53mila euro all’anno lordi per entrare nella fascia del 42 per cento. Per toccare il massimo del 45 bisogna guadagnare almeno 254mila. L’ultimo scalino è sproporzionato. Per un confronto, negli Anni Cinquanta, pagava il massimo chi guadagnava almeno 17 volte la paga media.
La congiuntura è buona. Nelle casse statali entrano sempre più euro ma non per l’aumento delle aliquote: salgono stipendi e salari e, di conseguenza, i tedeschi versano di più al Finanzamt. Diminuiscono i disoccupati, mai così pochi dal 2009, quindi si pagano meno assegni di disoccupazione, e più lavoratori pagano le tasse. A parte il regalo fiscale, dal primo luglio sono aumentate le pensioni, mai così tanto da 23 anni: il 4,25 per cento all’Ovest, addirittura il 5,96 nelle vecchie regioni orientali della Ddr.
Le spese sociali da oggi al 2019, aumenteranno di 87 miliardi, e già oggi la Germania interviene in aiuto dei più deboli per 888 miliardi. Gli aiuti sociali sono dunque aumentati nell’ultimo anno del 4,5 per cento più dunque dell’incremento del pil. Giusto ma per sedurre gli elettori, Schaüble non deve guardare all’estrema sinistra, ma cercare di rendere le imposte più leggere per la classe media. Ed ha deciso di dimostrarsi generoso. Forse, quando si voterà non sarà più al governo: in febbraio si vota per il presidente della Repubblica, e la Merkel punta su di lui.