la Repubblica, 6 luglio 2016
Berlusconi vende il Milan ai cinesi: «Però ho preteso investimenti di almeno 400 milioni»
Ha sempre detto che il Milan è un affare di cuore.
Per cui spendere senza guardare all’ultima riga del bilancio, quella dei conti in rosso per acquistare campioni e conquistare Coppe dei campioni. E allora ha perfettamente senso che Silvio Berlusconi abbia scelto di dare l’annuncio che mette la parola fine ai suoi 30 anni alla guida del club rossonero, non appena uscito dall’ospedale San Raffaele, dopo l’operazione cardiaca cui si è sottoposto due settimane fa. Ora anche i tifosi più scettici, scottati dalla fallimentare trattativa con il finanziere tailandese Bee Teachaubol che giusto un anno fa si era impegnato a valutare il Milan un miliardo di euro ed era poi sparito nel nulla, si dovranno ricredere. Le parole di Berlusconi equivalgono a una certificazione notarile: «Consegno il Milan a chi è disposto a farlo tornare grande in Italia e nel mondo».
Così come già accaduto per l’Inter, anche il Milan prende la strada della Cina. Ma con qualche differenza. Intanto, il prezzo: i rossoneri sono stati valutati 750 milioni (compresi i debiti), circa 200 milioni di più. Poi la proprietà. L’Inter è finita nelle mani di un singolo, il gruppo “privato” Suning, un gigante dell’elettronica di consumo. Berlusconi si è accordato con una cordata di imprenditori a capo “di importanti società anche a partecipazione statale”. A conferma della volontà del governo di Pechino di investire nello sport mondiale e nel calcio europeo come strumento di promozione politica.
Berlusconi, lasciando ieri l’ospedale milanese, l’ha raccontato mettendoci del suo: «Ho rifiutato qualsiasi pretesa sul prezzo, ho accettato quello che mi è stato proposto che non tiene nemmeno conto del valore del brand, però ho preteso l’impegno dei nuovi acquirenti di versare almeno 400 milioni per i prossimi due anni».
Su quest’ultimo punto, va dato atto a Berlusconi di essersi impuntato: in cambio la cordata cinese ha chiesto di salire subito all’80% del capitale e di poter acquistare il restante 20 entro due anni. Entro qualche giorno, verosimilmente all’inizio della prossima settimana, la firma del contratto preliminare, l’atto conclusivo a fine settembre. In realtà, deve cadere l’ultimo velo, la composizione della cordata, finora un segreto meglio custodito della ricetta della Coca Cola. Comunque nomi di primo piano, come il colosso immobiliare Evergrande e di Robin Li, fondatore del motore di ricerca Baidu.
Poi si potrà, finalmente, passare alla parte sportiva, su questo punto Vincenzo Montella, è stato chiaro: vuole giocatori in grado di produrre un bel calcio. È questo il contenuto delle richieste avanzate nella cena di due sere fa con Adriano Galliani, destinato a lavorare per il Milan almeno nel prossimo biennio. L’Aeroplanino ha sempre costruito squadre con caratteristiche ben precise: possesso palla, piedi buoni e capacità di impostare la manovra fin dalla difesa. Per questo, occorre partire da un centrale da affiancare a Romagnoli: in cima alla lista l’argentino Musacchio e lo spagnolo Arbeloa (alternativa il tedesco Jonathan Tah). Per arrivare al 25enne Musacchio del Villarreal, il Milan potrebbe proporre uno scambio con Suso. Poi, un centrocampista di qualità: a Montella piacciono i giocatori eclettici che in caso possono giocare anche da rifinitori. L’identikit porta a Kovacic che non ha trovato spazio al Real Madrid. Un altro talento seguito è Rabiot del Psg. E Montella apprezza Zielinski. Con la nuova disponibilità economica potrebbe diventare possibile un colpo sfumato nelle ultime estati: Witsel. L’elegante belga dello Zenit è anche nei radar dell’Inter: in questi giorni emissari del club russo sono stati a Milano per parlare di una trattativa che coinvolge Murillo e Garay. Ma l’ingaggio di Witsel (superiore a 4 milioni netti) non convince del tutto Suning. Rientra tra i trequartisti tenuti sotto osservazione Vazquez. Aumentano le probabilità di una permanenza di Bacca. Il suo compagno d’attacco potrebbe essere uno tra Pavoletti, Pellè e Immobile. Il croato Pjaca, rivelazione dell’Europeo, sarebbe una seconda punta ideale. Non sarà felicissimo l’unico acquisto perfezionato finora, Lapadula che rischia di scendere nelle gerarchie offensive.