la Repubblica, 6 luglio 2016
Neuer, tra talento e informatica. Il portiere tedesco si avvale dell’aiuto di 50 analisti che studiano i tiri degli attaccanti francesi nei minimi particolari: dalla forza alla postura
Quel pizzico di Italia che ancora rimane all’Europeo, oltre a Rizzoli arbitro della semifinale tra Francia e Germania, potrebbe sparire domani sera al Vélodrome tra i guantoni del solo tra gli eroi tedeschi del Mondiale 2014 fin qui all’altezza della gloriosa notte del Maracanà: il trentenne portiere Neuer, numero uno tra i numeri uno. Se continua a parare così, la Mannschaft entrerà in finale e l’Italien-Trauma, la paralisi che la coglie quando incrocia la Nazionale, potrà dirsi sconfitto. Per il momento, al di là della vittoria ai rigori sugli azzurri, il complesso non è stato rimosso e ha lasciato scorie visibilissime. La più evidente è che i campioni del mondo, ricchi di celebrati trequartisti, si mettono letteralmente nelle mani del portiere: proprio come farebbe, secondo abusata convinzione teutonica, una squadra italiana. Ieri, nel ritiro di Evian, il pararigori si è esercitato con particolare scrupolo nel fondamentale: conta di ripetere, nel caso, le prodezze decisive sui tiri di Bonucci e Darmian, sabato scorso a Bordeaux.
La circostanza è inedita – Neuer, del resto, significa nuovo – e alimenta le critiche a Loew, tacciato di bieco italianismo con tre capi d’accusa: ha ripudiato l’offensivismo, ha plasmato la difesa a tre sul modello Conte, ha rischiato di uscire ai rigori. Ma il longevo ct – confermato fino al 2018, cioè almeno fino al dodicesimo anno di mandato – alza le spalle e si affida scopertamente a San Manuel da Gelsenkirchen, il San Gennaro della Renania.
Se il migliore attacco di Euro 2016, quello francese, affronta la migliore difesa, quella tedesca, non è possibile pensare che Neuer rimanga spettatore. In effetti lui non lo pensa e si sta preparando al peggio o al meglio, dipende dai punti di vista. «Non avevo mai vissuto un’emozione tanto intensa», ha confessato mentre riceveva il premio di migliore in campo, dopo i diciotto tiri dal dischetto di Bordeaux. Per essere pronto all’eventuale bis, si è dunque attaccato al computer e ha analizzato i “Penalty Insights”, parte specifica del “Sap Match Insights”, dove sono stati raccolti dal gruppo dei 50 informatici al servizio della Mannschaft anche i minimi dati potenzialmente utili per domani. Il portiere del Bayern ha chiesto informazioni ovvie (forza e direzione del tiro dei rigoristi francesi, percentuale di realizzazione) e meno ovvie (la postura della corsa, la velocità di reazione ai tiri di Griezmann, la finta preferita, il tempo che intercorre, al centesimo di secondo, tra la rincorsa e il calcio al pallone).
La questione rigori si è poi estesa dal portiere, che si è allenato anche a batterli, ai tiratori designati. Qui sta l’inghippo: Kroos e Draxler ci saranno, ma Hummels è squalificato, mentre Oezil, Schweinsteiger (in serissimo dubbio) e Mueller con l’Italia hanno sbagliato. Il capo degli scout, lo svizzero Sieghentaler che prima del quarto di finale con gli azzurri aveva individuato due presunte spie sulla collina, ha vigilato con raddoppiata attenzione sulle prove di marcatura anti-Giroud e Griezmann, che Boateng mimava come al Mondiale brasiliano, quando studiò il voluminoso dossier informatico su Cristiano Ronaldo. Certo, poi, la speranza non dichiarata di Loew, orfano di Hummels, Gomez e Khedira (la sorpresa è il ventenne Weigl, favorito su Can), è che si risvegli Mueller avanzato a centravanti (“un gol mi darebbe serenità”) o magari il ripescato Goetze, sparito dopo il gol del Maracanà all’Argentina. La Mannschaft in semifinale all’Europeo o al Mondiale è un fatto scontato come la birra all’Oktoberfest e dal 1972 ha già eliminato nove volte la nazionale del paese organizzatore. Ma a Marsiglia gioca più in difesa del solito.