Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  luglio 06 Mercoledì calendario

«Mi aspettano due mesi di riabilitazione, poi spero di essere di nuovo utile all’Italia e agli italiani». Parola di Berlusconi che già pensa al referendum, al tripolarismo, a Salvini e che non ha nessuna intenzione di mollare

«Spero di avere le forze per dare ancora qualche consiglio». La frase è pronunciata da Silvio Berlusconi appena uscito dal San Raffaele – il viso comprensibilmente provato, il braccio poggiato su quello del fedelissimo Valentino Valentini, nuovo capo della sua segreteria “post- cerchista” – e rimbomba per un giorno intero tra i capannelli forzisti in Transatlantico. Parole che sembrano confermare ai deputati già dalla prima apparizione davanti alle telecamere l’intenzione di esserci ancora, ma non più in un ruolo di primo piano, tanto meno operativo. La sensazione diffusa è che lo schema sia quello del Milan: «Ormai il percorso è verso la Cina. Ho rinunciato a qualsiasi pretesa di prezzo ma ho preteso che ci sia l’impegno per i nuovi acquirenti di versare nel Milan almeno 400 milioni di euro nei prossimi anni» è l’altro messaggio lanciato. La vendita tanto attesa sta per essere formalizzata, è la dismissione del gioiello che più gli sta a cuore, ma foriero di troppi dispiaceri negli ultimi anni. Un po’ come Forza Italia, del resto.
E ora c’è una nuova traversata nel deserto da affrontare. Legata intanto ai tempi di recupero, come ha ammesso lo stesso Berlusconi: «Non credevo di affrontare una prova tanto dolorosa. Mi aspettano due mesi di riabilitazione, poi spero di essere di nuovo utile all’Italia e agli italiani». Intanto Fi dovrà affrontare la campagna referendaria. Come? Schierata per il no, con le altre opposizioni, certo, «ma senza barricate, per quelle basterà Brunetta: siamo un partito moderno e riformista» ragiona con un po’ di ironia uno dei dirigenti interpretando l’andazzo. I rapporti con la Lega restano tesissimi. Nonostante questo, Matteo Salvini ha chiesto di potergli far visita già tra oggi e domani. E non parleranno solo del futuro del Milan. I due capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta raggiungeranno l’ex premier domani ad Arcore. Nei giorni successivi toccherà ai coordinatori. Ma tutto molto centellinato sotto la supervisione della famiglia, soprattutto della figlia Marina. Raccontano che il suo ruolo giocoforza in queste settimane stia crescendo a dismisura. Nella gestione dell’impero, ma anche su tutti i nodi più delicati che dipendono in qualche modo dal padre. Politica compresa. Lui dovrà occuparsene poco, pochissimo. Uno staff medico del San Raffaele nel pomeriggio si è insediato a Villa San Martino, nelle stesse ore in cui Berlusconi a sorpresa si è concesso una breve passeggiata nella vicina Villa Gernetto assieme alla fidanzata Francesca Pascale, con la quale da settembre potrebbero trasferirsi nella vicina Villa Giambelli, non appena i lavori saranno terminati.
Berlusconi all’uscita dal San Raffaele parla di Europa, di terrorismo, ma il vero allarme è per l’Italia e lo spettro a Cinque stelle. «Questo tripolarismo è molto pericoloso, non ci sono leader a cui affidare il nostro destino e il sistema congiunto di riforma elettorale e costituzionale potrebbe portare a un governo del M5S, sarebbe il risultato sicuro alle prossime elezioni».