La Stampa, 6 luglio 2016
La Clinton è salva. Per l’Fbi è stata solo negligente e ora ha il pieno appoggio di Obama: «Hillary è la più qualificata di sempre a fare il presidente»
Nel giorno in cui l’Fbi scagiona Hillary Clinton dall’inchiesta sulle mail private usate quando era segretario di Stato, il presidente Obama comincia a fare campagna per lei in North Carolina, allo scopo di sbarrare la strada della Casa Bianca a Donald Trump. Sul piano politico, però, il caso è tutt’altro che chiuso, e i repubblicani useranno il duro rimprovero lanciato dal Federal Bureau of Investigation contro l’ex first lady, per far pesare sul voto di novembre la sua «estrema imprudenza» nella gestione dei rapporti segreti.
L’annuncio che ha chiuso la fase legale dello scandalo durato mesi lo ha fatto ieri mattina il direttore dell’Fbi, James Comey: «Nonostante ci siano prove di potenziali violazioni delle leggi riguardo la gestione delle informazioni classificate, il nostro giudizio è che nessun procuratore ragionevole porterebbe questo caso in tribunale». Comey ha detto che Hillary e i suoi colleghi sono stati «estremamente imprudenti nel trattamento di documenti molto sensibili e altamente classificati». Nel dettaglio, tra le 30.000 mail passate attraverso il sistema privato creato da Clinton nella sua casa, 110 contenevano informazioni riservate, incluse 8 che erano «Top Secret». Non esiste la prova che potenze straniere ostili, come Russia o Cina, abbiano avuto accesso a questi documenti, ma è molto probabile, anche perché il sistema di Hillary non aveva protezioni e lei lo usava anche all’estero. Clinton, o suoi collaboratori, avrebbero dovuto capire che questo metodo di comunicazione era insicuro e avrebbero dovuto fermarla. Però non esiste la prova che lei abbia violato intenzionalmente la legge, e quindi l’Fbi «esprime al dipartimento della Giustizia il nostro punto di vista, secondo cui l’incriminazione non è appropriata in questo caso».
Il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump è andato subito all’attacco via Twitter: «Il sistema è truccato. Il generale Petraeus è andato nei guai per molto meno. Molto, molto ingiusto! Come al solito, cattivo giudizio». Quindi ha aggiunto: «Il direttore dell’Fbi ha detto che la disonesta Hillary ha compromesso la sicurezza nazionale. Niente incriminazione. Wow!».
La differenza legale fra Petraeus e Hillary è che lui sapeva di aver passato all’amante informazioni segrete. Sul piano politico, però, i repubblicani useranno questa vicenda per accusare Clinton e il sistema di essere corrotti, e lei di essere incompetente. Così sperano di convincere alcuni moderati indecisi a voltarle le spalle, o di attirare alle urne gli astensionisti. Serbatoi di voti indispensabili per Trump, che secondo i democratici è frenato da un problema demografico, perché ha una base elettorale limitata ai bianchi della classe media e bassa, che non basta per vincere a livello nazionale le presidenziali di novembre.
Hillary però ha tirato un grande sospiro di sollievo, e ieri la sua campagna ha commentato così: «Ha sbagliato, non lo rifarà. Ma siamo contenti che ora la questione sia chiusa». Quindi lei è volata in North Carolina con Obama, per sfidare Donald in uno stato del Sud dove lui deve vincere per batterla. Entrambi hanno ignorato l’Fbi. Clinton ha detto quanto ammira il suo ex avversario, che può aiutarla a ricostruire la sua coalizione vincente fatta di minoranze, giovani e donne. Quindi ha aggiunto: «Trump non è qualificato e in grado di fare il presidente». Obama ha detto che «io credo in Hillary, non ha mai deluso la mia fiducia». Quindi ha attaccato Trump frontalmente, dimostrando perché è più bravo di Clinton a fare campagna: «Nemmeno i suoi alleati repubblicani sanno di cosa parla» su economia, ambiente, politica estera e sicurezza. «Twitta, ma non ha piani. Però questo non è un reality show, è la realtà. Hillary è la più qualificata di sempre a fare il presidente, perciò la voterò».