L’Illustrazione Italiana, 2 gennaio 1916
La guerra d’Italia e fuori d’Italia. Le operazioni dal 18 al 25 dicembre 1915
(Dai bollettini Ufficiali) Neve e tormenta in montagna, pioggia e nebbia in pianura disturbarono, il 17-18, le operazioni. Tuttavia non rallentò l’attività delle nostre truppe.
Sulle pendici settentrionali del Monte San Michele nostri reparti di fanteria, circuito un trinceramento nemico che si incuneava nelle nostre linee, irruppero di sorpresa e se ne impadronirono. Furono presi all’avversario 115 prigionieri, fra i quali due ufficiali.
In valle di Ledro nel pomeriggio del giorno 18 nuclei nemici, sostenuti da intenso fuoco di artiglieria, attaccarono le nostre posizioni su Monte Cocca a nord del lago di Ledro; furono respinti dal fuoco delle nostre truppe.
Uguale sorte toccò ad un attacco di sorpresa che drappelli nemici, con sopravvesti bianche, tentarono contro le nostre trincee nella zona di Millegrobe sull’altipiano tra le valli Torra e Astico.
Lungo il resto del fronte azioni di artiglieria. I tiri di quella nemica colpirono ancora qualche abitato.
Nella Conca di Plezzo, col favore della nebbia, il nemico aveva accupata una nostra posizione avanzata verso il torrente Koritnica proteggendola poi con mine. Nella notte sul 19 un nostro reparto di fanteria, con azione parimenti di sorpresa, rioccupò la perduta posizione prima che l’avversario riuscisse a far brillare le mine.
In Valle Giudicaria nella giornata del 20 nostre artiglierie e velivoli con azione combinata bombardarono efficacemente il forte Por del gruppo di Lardaro. Il 21 il bombardamento fu rinnovato con successo: due aereoplani nemici della difesa aerea del gruppo, levatisi a volo durante l’azione, furono dai nostri assaliti e costretti alla fuga.
In Valle Terragnolo (Adige) nuclei di fanteria nemica tentarono di avvicinarsi alle nostre posizioni: furono contrattaccati e respinti e lasciarono nelle nostre mani qualche prigioniero.
In Valle Sugana la nostra artiglieria tirò contro la stazione di Levico dove erano segnalati movimenti di truppe.
Sull’altipiano di Asiago il giorno 21 un velivolo nemico, fatto segno ai tiri della nostra artiglieria, fu costretto ad atterrare per guasti al motore: l’aviatore venne preso prigioniero.
Lungo il rimanente fronte si ebbero alcune salve di batterie nemiche contro la Conca di Caporetto ed una incursione di velivoli nemici sulle nostre posizioni di Podgora e di fronte a Peuma. Nessun danno.
Duello tra le artiglierie il 22 lungo tutto il fronte. Quella nemica tirò anche contro qualche abitato producendovi danni. La nostra bombardò la stazione ferroviaria di Levico, le caserme e gli stabilimenti militari di Tolmino.
Sulle alture ad ovest di Gorizia nelle prime ore del mattino del 23 il nemico tentò di attaccare le nostre posizioni di fronte al Grafenberg. Con l’ intervento delle artiglierie e col pronto accorrere dei rinforzi l’attacco fu respinto.
Sul Carso, all’ala destra delle nostre posizioni, dopo vivo fuoco di fucileria, getto di bombe e lancio di razzi luminosi, nuclei nemici avanzarono contro i nostri trinceramenti ad est di Seltz. Fatti segno a tiro aggiustato, ripiegarono disordinatamente.
Il 24, lungo il fronte del Tirolo-Trentino e della Carnia azioni intense delle artiglierie. Quella avversaria riprese il tiro sugli abitati danneggiandone qualcuno. Contro la borgata di Loppio, nella valle del Rio Cameras (Adige), il nemico fece anche rotolare grossi massi dalle soprastanti alture, a settentrione del paese, senza, però, produrre danni. La nostra artiglieria controbattè quella avversaria e disperse in parecchie località truppe e salmerie nemiche in marcia.
Attività delle opposte artiglierie il 23 in vari tratti del fronte, specialmente in Valle Giudicarla, tra le opere nemiche del gruppo di Lardaro e le contrapposte nostre batterie.
Fuori d’Italia
Gli inglesi ritiratisi dalla penisola di Gallipoli
Un comunicato del Ministero della Guerra inglese, in data di Londra, 21 dicembre, ha annunziato:
«Tutte le truppe a Suvla e ad «Anzac», nella penisola di Gallipoli, con i cannoni e le munizioni, sono state felicemente trasferite, con perdite insignificanti (tre feriti), in un’altra zona delle operazioni.
«Senza destare l’attenzione dei turchi, un grande esercito è stato ritirato dalle predette due zone, benché in alcuni punti fosse a contatto col nemico.
«In seguito a questa modificazione del fronte, le operazioni sugli altri punti della linea rimarranno condotte più efficacemente. Il generale Monro ha elogiato i generali comandanti e la Marina, per avere con grande abilità trasferite le truppe».
Il 23, alla Camera dei Comuni, rispondendo ad una interrogazione, il sottosegretario di Stato della guerra dichiarò che le perdite inglesi in tutti i gradi del corpo di spedizione nei Dardanelli fino all’11 dicembre ammontavano in morti, compresi i morti in seguito a ferite, a 25.279; feriti 75.191; mancanti 12.451.
I malati ricoverati negli ospedali fra il 23 aprile e l’11 dicembre ammontavano a 96.683: totale uomini fuori di combattimento, solo nei Dardanelli, in otto mesi, 209.604.
Le perdite totali inglesi su tutti i teatri della guerra fino al 9 dicembre ascesero (cifre ufficiali) a 119.923 morti, 338.758 feriti, 69.546 mancanti di cui rispettivamente 7367; 13.665; 2149 ufficiali: cioè, fuori di combattimento, in quasi diecisette mesi 528.227 uomini.
Il nuovo comandante inglese in Francia
Sir John French, dopo diecisette mesi di fatiche in Francia, è stato richiamato in Inghilterra e destinato al comando generale delle guarnigioni.
A sostituirlo in Francia è stato mandato il generale sir William Douglas Haig, formatosi seguendo lord Kitchener in Egitto, dove nel 1898 si distinse nelle battaglie dell’Athara ed Omdurmann. Al tempo della guerra anglo-boera servì sotto il generale French nel Natal e prese parte a molte delle più importanti battaglie acquistandosi un’alta riputazione. Fu successivamente ispettore generale della cavalleria in India, direttore generale al Ministero della Guerra a Londra, capo dello Stato Maggiore in India. Scoppiata la guerra europea, assunse il comando del 1° Corpo
D’Armata e comandò, con abilità da tutti riconosciuta. L’ala sinistra alla battaglia di Mons e durante la successiva ritirata. Ebbe una parte importantissima nella battaglia della Marna e nella battaglia dell’Yser. Haig, che diresse le operazioni a Neuve Chapelle, a Festuberat e a Loos, sarà, più che il successore, il continuatore dell’opera di French, poiché sin dal principio della guerra i due uomini lavorarono insieme d’accordo così come avevano operato insieme quattordici anni prima nel Transvaal, dove Haig era aiutante di campo di French. Douglas Haig è uno studioso della scienza militare e autore di un noto trattato sull’impiego della cavalleria in guerra. Ha 55 anni.