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 1916  gennaio 02 Domenica calendario

In morte del gen. conte Ferruccio Trombi e del gen. Gabriele Berardi

Due altri generali la Patria onora di vivissimo rimpianto – colpiti anch’essi di fronte al nemico – al pari dei più umili soldati, in questa lotta che per l’esercito italiano tutto quanto è gara incessante di abnegazione, di sagrificio, di eroismo. Il nome dei generali Trombi e Berardi viene scritto a lettere d’oro sulle tavole dell’onore italiano.
Il maggior generale conte Ferruccio Trombi fu colpito mortalmente da uno shrapnell mentre assisteva alle fasi della brillante azione svolta il 28 novembre sul fronte del Carso dalle nostre fanterie.
Il gen. Trombi aveva partecipato alla campagna d’Africa, e poi, durante la guerra italo-turca, a quella di Libia e nell’Egeo. Fu infatti per varii mesi a Tobruk, quale comandante della piazza; e ivi partecipò a non pochi combattimenti e rimase anche ferito. Col gen. Ameglio andò quindi a Rodi e prese parte alla battaglia di Psithos. Di lui in quel tempo si occupò ripetutamente l’Illustrazione Italiana. Nel 1913, col grado di maggior generale, era passato nella riserva, ma dichiarata la guerra all’Austria, dietro sua domanda, fu tosto richiamato in servizio attivo. Sulla linea dell’Isonzo, era già rimasto ferito nell’agosto scorso a una gamba: ma, non appena guarito, aveva voluto riprendere immediatamente il comando della sua brigata. Non aveva che 58 anni.
Il 15 dicembre, sul medesimo fronte del Carso rimaneva colpito da una scheggia di granata, mentre si trovava in un osservatorio, il maggiore generale Gabriele Berardi, comandante la eroica brigata Sassari. Raccolto e trasportato in grave stato in un vicino ospedale da campo presso Villesse, vi moriva poco dopo; e in Villesse, il 17, gli furono tributate onoranze solenni.
Nato nel 1861 a Sant’Angelo dei Lombardi, iniziò la carriera a 19 anni come allievo nel Collegio Militare di Napoli. Nel 1876 venne promosso sottotenente. Come colonnello comandante un reggimento di fanteria, compì brillanti azioni in questa guerra nel maggio scorso; ai primi di giugno fu prescelto per un comando interinale di brigata ed in tale carica diede tali prove, che dopo pochi giorni venne confermato nel comando con la promozione a maggiore generale. Il l3 e 14 di novembre condusse con assalti eroici i suoi soldati alla conquista delle due trincee «delle Frasche» e «dei Razzi» presso San Martino del Carso; e l’operazione meritò alto e speciale elogio del Comando Supremo. Egli era grandemente apprezzato per la sua coltura militare, l’intrepidezza, la pronta decisione sul campo di battaglia. Lascia la moglie, Giuseppina nobile Speziardi, con una figlia ed il figlio, sottotenente di fanteria attualmente convalescente per ferite riportate combattendo.