Corriere della Sera, 5 luglio 2016
’Sta storia delle narrazioni sta cominciando a sfiorare il ridicolo. Vedi la Rai con gli Europei
«Vogliamo raccontare l’Europeo ma da un punto di vista narrativo e televisivo». ’Sta storia delle narrazioni sta cominciando a sfiorare il ridicolo (Raitre, striscia quotidiana, ore 20.10). Non c’è dubbio che «I giorni di Parigi» sia la trasmissione sportiva che più corrisponde ai canoni stilistici raccomandati dal direttore Gabriele Romagnoli: raccontare in forma nuova gli Europei di calcio di Parigi inserendo chicche culturali che facciano molto postmoderno. Ogni puntata ha un tema preciso e si divide in vari capitoli. Domenica toccava alle «Lacrime di rigore» e c’era la banda musicale di Gallese che suonava (male) «Fratelli d’Italia», c’era «la passione», ovvero i calci di rigore visti dagli spalti dei tifosi italiani (materiale web), De Gregori che canta «La leva calcistica del ’68» (ma anche no), brani dal corto «Massima punizione» di Filippo Macelloni e Lorenzo Garzella, intervista a calciatori francesi (soprattutto ad Antoine Griezmann) e islandesi in vista della partita serale vinta dai bleu.
«I giorni di Parigi» mescola assieme varie «poetiche»: quella di «Blob» innanzi tutto, e quindi niente presentatore ma solo montaggio di immagini e musica (roba vecchia!), quella di «Sfide» (che ha inventato la «narrazione dello sport» quasi vent’anni fa), quella del Tg3 (c’è molto «sociale» nella trasmissione), quella di Giorgio Porrà che su Sky Sport da tempo cerca di dare una veste culturale allo sport. È vero che il «nuovo» tende irresistibilmente a ripetere frammenti del «vecchio» (delle fasi ormai canoniche), ma il rischio di trasformare il «racconto» dello sport in una faccenda eminentemente di antiquariato culturale comincia a serpeggiare. Arrivare per ultimi con un carico di pretenziosità è come prestare il fianco alla parodia. La storia dell’ovvio è anche la storia della tv. Il programma è a cura di enrico testa (in minuscolo come enrico ghezzi), con la collaborazione di Fabio Cianfaloni e Chiara Rossotto.