Corriere della Sera, 5 luglio 2016
La Cina è sbarcata a Monaco
Cinque anni fa, a luglio 2011, le nozze di Alberto e Charlène. Il principe e la campionessa di nuoto, come 60 anni fa, nel 1956, il prince charmant Ranieri e la diva di Hollywood, Grace. In questi giorni di anniversario Alberto e Charlène si sono concessi un assaggio di mondanità al gala per i dieci anni della fondazione del principe per l’ambiente (la FpA2) nella Salle des Etoiles allo Sporting, con le delicatessen dello chef eco-sostenibile, Paolo Sari. Ma hanno brindato in famiglia, circondati dai gemelli. Perché adesso sono loro, i piccoli Jacques e Gabriella, i protagonisti della vita dentro (e fuori) il Palais: «Pensavamo si spaventassero davanti alla folla, nelle occasioni istituzionali, invece sono a loro agio», come ha detto Alberto al Corriere.
E se per festeggiare l’anniversario di Ranieri e Grace, proprio al porto (dove il principe accolse la diva quando arrivò dagli Usa) si prepara un museo dedicato alla storia di casa Grimaldi, la magia delle nozze di Alberto e Charlène fasciata in un abito firmato da «re» Giorgio Armani rivivrà a Pechino. Anzi, dentro la Città Proibita. Da un palazzo all’altro, insomma. Dal Principato all’ex Celeste Impero. Il piano al quale si lavora tra Montecarlo e Pechino è infatti quello di una mostra, a settembre 2018, sui grandi matrimoni dei principi di Monaco. Con abiti, oggetti, gioielli, quadri e fotografie. Ricordi e souvenir della storia secolare del Rocher per far sognare la Cina.
La regia dell’operazione sarà del Grimaldi Forum di Monaco dove adesso fino al 4 settembre si può vedere la mostra «Francis Bacon, Monaco et la culture française» appena inaugurata da Alberto contornato dal gotha dei collezionisti d’arte (a partire da François Pinault, patron del moloch del lusso Kering, e dal suo consigliere per gli investimenti d’arte nonché ex ministro della Cultura francese, Jean-Jacques Aillagon).
A proposito ancora di Cina, la Città Proibita di Pechino sarà protagonista già nel 2017, a Monaco, di una grande mostra sui tesori delle dinastie dell’età imperiale.
Sorpresi? Il fatto è che il Principato è sempre più globale: la cinese Parkview Arts Action collabora con la fondazione del principe, Alberto è volato mesi fa a Pechino per inaugurare una mostra sugli oceani, il Galaxy group di Lui Che-Woo ha preso il 5% di Sbm, la cassaforte turistica del regno controllata al 70% dallo Stato (un altro 5% è di Lvmh).
E al prossimo Monaco Yacht Show (dal 28 settembre all’1 ottobre 2016), il dragone sarà protagonista di una China Night allo Yacht Club. «Una trentina di cinesi sono già soci del Club che sta anche fornendo a Pechino il suo know how per la costruzione di diverse Marine nautiche», spiega Henri Fissore, consigliere di governo del Principe al Palais. Mentre l’ambasciatrice in Cina, Catherine Fautrier ha appena organizzato una Monaco Week a Chengdu, nel Sichuan, dove ha portato la cucina stellata di Marcel Ravin, chef del Montecarlo Blue Bay.
Il futuro del regno viaggia insomma sulle rotte d’Oriente. E a proposito di futuro, nei piani del principe c’è l’estensione in mare, al Larvotto, per farne un nuovo polo residenziale. Con la firma di Renzo Piano. Dopo Richard Rogers che prepara per il 2018 il nuovo complesso immobiliare sulla piazza del Casinò, e dopo Lord Norman Foster che ha disegnato lo Yacht Club, un’altra archistar, questa volta italiana. «Ho soppesato varie ipotesi, la più saggia è estenderci nel tratto di costa davanti al Grimaldi Forum che sarà così ampliato per ospitare eventi di maggiori dimensioni – aveva anticipato al Corriere mesi fa Alberto —. Costo? Tra 1 e 3 miliardi di euro». Adesso i lavori sono pronti a partire, in autunno. Sei ettari da strappare al mare per creare una collina sotto la quale si estenderanno i quasi 6 mila metri di nuove sale per il Grimaldi Forum,una Marina, un building e ville di lusso: tutto eco-sostenibile. Consegna: nel 2025. E, c’è da scommetterci, le ville con affaccio sulla Marina disegnata dall’archistar italiana (nel pool di architetti, paesaggisti e urbanisti anche il monegasco Alexandre Giraldi) piaceranno anche ai cinesi, sempre più innamorati del Principato.