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 2016  luglio 05 Martedì calendario

Il caso dello studente americano derubato, ammazzato e gettato nel Tevere

Jake Solomon aveva chiesto agli amici «di diffondere su Facebook le foto di Beau e di dire una preghiera». Era sabato scorso. Ancora non sapeva che il fratello, scomparso da quasi 48 ore nel centro di Roma, era stato derubato e scaraventato nel Tevere forse da un gruppo di balordi nei pressi di ponte Garibaldi. Una fine orribile sulla quale la polizia aveva già cominciato a indagare dalla notte fra giovedì e venerdì scorsi quando era stata chiamata per una rissa scoppiata sulla banchina del fiume. Allora però non si sapeva chi fosse la vittima.
«C’era un ragazzo, che parlava a malapena qualche parola d’italiano, circondato da quattro-cinque giovani, quelli sì che sembravano italiani», aveva raccontato subito una coppia di clochard che dorme sotto quel ponte. «Uno di loro si è staccato dagli altri e ha spinto lo straniero in acqua», avevano aggiunto i due testimoni.
Quello straniero era Beau Salomon, 19 anni, di Spring Green, Wisconsin. Un ragazzone sorridente e atletico arrivato a Roma proprio nella mattinata del 30 giugno per frequentare un corso di economia di cinque settimane alla John Cabot University in via della Lungara, a Trastevere.
Aveva preso possesso della sua stanza, fatto amicizia con il compagno di camera e in serata era uscito con un gruppo di undici colleghi per un giro nel rione. Il giorno successivo avrebbe dovuto partecipare alla lezione di orientamento, ma il suo coinquilino – che non l’aveva visto rientrare – ha dato l’allarme. Alle tre del pomeriggio il preside della John Cabot Franco Pavoncello ha denunciato la scomparsa di Beau. Da allora più nulla. Le ricerche – svolte con l’aiuto dei barcaioli – si sono concentrate fin dall’inizio solo sul Tevere e si sono concluse ieri mattina nel modo più tragico: un pescatore ha visto un cadavere irriconoscibile fra i rovi vicino a ponte Marconi e ha chiamato i pompieri. Gli indumenti dello sconosciuto erano gli stessi – jeans e camicia bianca – indossati da Solomon giovedì. Erano insanguinati, come la testa e il volto del ragazzo, identificato poi con l’aiuto dell’ambasciata americana mentre il riconoscimento ufficiale sarà effettuato oggi all’arrivo dei genitori.
La Procura indaga per omicidio. Un omicidio probabilmente per rapina. «Stavo seduto con Beau in un locale (il G-Bar in vicolo del Cinque), lui era sobrio, si è alzato per andare in bagno e non l’ho più visto», racconta il suo compagno di camera, interrogato dalla polizia. «Ho pensato che avesse incontrato qualcuno e sono andato via con gli altri», spiega ancora. Il sospetto è che invece il ventenne si sia accorto di essere stato derubato del portafoglio e del telefonino fuori dal locale e abbia reagito, inseguendo i ladri fino a ponte Garibaldi. Ma lì, in fondo alle scale, sarebbe stato affrontato dalla gang, tramortito e gettato nel fiume. Nei locali di Trastevere, presi d’assalto come ogni estate, fra ubriachi, risse e proteste dei residenti, nessuno si è accorto che Beau era in difficoltà. «Mancano 1.500 dollari dal suo conto, qualcuno ha prelevato soldi a Milano», rivela sempre Jake.
Una traccia importante che insieme con i filmati delle telecamere dei pub e sul lungotevere, potrebbe portare ai killer del fratello.