Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  luglio 02 Sabato calendario

Il primo incidente mortale di un’auto senza pilota

Il primo incidente mortale con un’auto senza pilota è avvenuto il 7 maggio scorso in Florida. Una Tesla Model S non ha visto un camion che attraversava la strada e non ha frenato. Lo hanno rivelato le autorità della National Highway Traffic Safety Administration, che hanno aperto un’inchiesta, rilanciando il dibattito sulla sicurezza delle auto che si guidano da sole.
La Tesla stava viaggiando sulle strade di Williston e a bordo c’era Joshua Brown, un quarantenne dell’Ohio che aveva servito nelle truppe speciali dei Navy Seal, prima di fondare una sua compagnia dedicata all’innovazione tecnologica. Era un veterano di questi test, e aveva messo online diversi video delle prove fatte in passato.
Arrivata a un incrocio, l’auto non si è accorta che un camion stava girando verso sinistra. Secondo la Tesla tanto i computer di bordo, quanto il guidatore, non hanno notato il mezzo perché era bianco e il cielo era molto illuminato. La Model S non ha frenato, e Brown non ha avuto la prontezza di prendere i comandi per farlo lui. Frank Baresi, che guidava il camion, ha detto che l’auto andava a forte velocità e il passeggero probabilmente stava guardando un film. La macchina si è infilata sotto l’altro mezzo da trasporto e poi è uscita di strada, andando a sbattere contro due recinzioni e un palo. Brown è morto sul colpo.
La Tesla ha comunicato subito l’incidente alla National Highway Traffic Safety Administration, ma ha pubblicato la notizia solo ora, quando ha saputo che le autorità avevano aperto un’inchiesta. Il risultato dell’indagine non è ancora noto, ma l’incidente ha riaperto il dibattito sulla sicurezza delle auto senza pilota, e sulla responsabilità in caso di scontri.
Molte case automobilistiche, dalla Gm alla Bmw, hanno avviato programmi per le auto che si guidano da sole. La Chrysler ha appena siglato un accordo con Google, per fornire cento Pacifica attrezzate per andare senza pilota. Secondo le previsioni fatte dagli esperti del settore, queste macchine potrebbero arrivare sul mercato nel giro di cinque anni.
La tecnologia sviluppata dalla casa di Mountain View si basa su sensori, radar, Gps e telecamere, che vedono tutti gli ostacoli sulla strada e si comportano di conseguenza. Le macchine di Google hanno avuto finora una decina di incidenti, ma nessuno mortale, e in un solo caso la responsabilità era loro. Ogni anno al mondo muoiono circa 1,2 milioni di persone a causa degli scontri automobilistici, di cui il 94% sono provocati da errori umani.
I computer non dovrebbero fare questi sbagli, anche perché non dormono, non bevono, non litigano con i vicini, e ciò dovrebbe contribuire a ridurre sensibilmente il numero degli incidenti.
Il caso della Tesla però dimostra che la tecnologia non è ancora stata perfezionata, e in generale resta il problema legale di chi ha la colpa degli eventuali scontri: la casa produttrice, o la persona che comunque era a bordo e poteva prendere i comandi? Sono domande a cui le autorità americane sperano di dare una risposta entro fine luglio, quando dovrebbero pubblicare le nuove regole per l’uso delle auto che si guidano da sole.