Libero, 3 luglio 2016
Se a fare i buchi nelle banche sono i grandi clienti: otto prestiti non ripagati su dieci sono loro
A fare i buchi e a non onorare i finanziamenti ottenuti dalle banche sono soprattutto le grandi imprese. L’81 per cento delle sofferenze, fa capo infatti al primo 10 per cento della clientela. I big, che spesso sono pure «amici» della banca, visto come vengono trattati. A confermare un sospetto diffuso dopo i crac di Etruria, Veneto Banca e Popolare Vicenza, è la Cgia di Mestre. «In sostanza», spiega Paolo Zabeo, coordinatore dell’ufficio studi dell’associazione mestrina, «questo primo 10% di affidati, fatto quasi esclusivamente da grandi aziende, grandi famiglie e gruppi societari, fa il bello e il cattivo tempo nei rapporti con le banche. Sfrutta il proprio potere negoziale per ottenere i finanziamenti, ma essendo poco solvibile, fa pagare il conto agli altri che, malgrado siano buoni pagatori e costituiscano la stragrande maggioranza della clientela, si sono visti ridurre drasticamente l’offerta creditizia». Gli artigiani, i negozianti, le piccole imprese a conduzione familiare e in generale tutto il popolo delle partite Iva sono sempre più a corto di liquidità, mentre le poche grandi imprese vengono trattate con i guanti bianchi. «Un’anomalia tutta italiana», sottolinea Zabeo, «che i nostri organismi di controllo del credito dovrebbero avere il coraggio di denunciare». Bankitalia è avvertita. Il conto che gli istituti scaricano sui piccoli clienti si può riassumere in due dati: a novembre 2011 gli impieghi ammontavano a 1.014 miliardi di euro, scesi a quota 870 nell’aprile scorso. Altro che aumento dei finanziamenti! Un’ulteriore conferma arriva dalla scomposizione delle sofferenze per classi dimensionali: il 70 per cento dei prestiti che le banche rischiano di non riavere più indietro valgono singolarmente da 500mila euro in su e non possono che essere riconducibili ad una clientela di grandi dimensioni. I grandi insolventi hanno ottenuto nel loro insieme finanziamenti a vario titolo per 128 miliardi di euro e il loro peso è in crescita: valevano il 60,9% nel 2011, valgono oggi dieci punti in più, per la precisione il 70%. Dunque le banche hanno la tendenza a aprire più facilmente i rubinetti proprio con quest’ultima categoria di clienti, da cui ricevono però le grandi fregature.