la Repubblica, 2 luglio 2016
Come funziona lo scudo per le banche, spiegato bene
Germania e Italia non si sfidano solo sul campo di calcio degli Europei, come questa sera a Bordeaux, dove si affronteranno le nazionali di calcio. Una sfida parallela va in scena a Bruxelles tra i rispettivi governi sulla politica economica dell’eurozona. Quattro anni fa, l’allora presidente del consiglio Mario Monti si batté con la cancelliera Angela Merkel per ottenere uno “scudo” della Banca Centrale Europea che calmierasse gli interessi sul debito pubblico. Oggi tocca a Matteo Renzi sfidare Berlino per creare una rete di protezione per le banche italiane.
COSA VUOLE L’ITALIA?
Il governo vuole rafforzare gli istituti di credito in difficoltà iniettando capitale pubblico nei loro bilanci. L’alternativa è creare una struttura finanziaria in cui le banche possano scaricare i prestiti andati a male che gravano sui loro conti. Il governo crede che queste misure possano aumentare la stabilità del sistema, oltre a rimettere le banche nella condizione di fare prestiti.
CHE OSTACOLI CI SONO?
Il tentativo si scontra con le norme europee sugli aiuti di Stato, che impediscono ai governi di rafforzare il patrimonio delle banche senza coinvolgere nel salvataggio gli obbligazionisti: poiché questi investitori hanno prestato soldi agli istituti di credito in cambio di un tasso d’interesse, è giusto che si accollino i costi di una crisi. Il governo è però preoccupato che il coinvolgimento degli obbligazionisti possa provocare panico. Roma ha provato a usare le tensioni sui mercati che hanno seguito il referendum sulla Brexit per chiedere di applicare un’eccezione alle regole che riguarda le situazioni di instabilità generalizzata. Ma i mercati si sono calmati e il contropiede italiano ha sbattuto contro il catenaccio tedesco e della Commissione.
MA SE IERI ABBIAMO LETTO CHE L’ITALIA HA OTTENUTO UNO SCUDO…
Certo, ma si tratta di una misura diversa. Per funzionare le banche hanno bisogno di capitale e di liquidità. Il primo è il patrimonio su cui la banca costruisce la sua attività. La seconda permette di ripagare, giorno per giorno, quei creditori che vogliano indietro i loro soldi. Le misure di cui si è scritto ieri riguardano soltanto questo secondo aspetto: in caso di difficoltà, le banche italiane potranno chiedere soldi in prestito più facilmente, perché lo Stato italiano garantirà queste operazioni in cambio di una commissione.
DUNQUE LE BANCHE ITALIANE NON SONO IN GRADO DI PRENDERE SOLDI IN PRESTITO?
Non esageriamo. La Bce Europea rifornisce in continuazione le banche italiane con prestiti a tassi molto bassi. Anche nel caso estremo di corsa agli sportelli di un istituto di credito, la Bce è pronta a dare soldi a questa banca – purchè sia solida – evitandone il fallimento. Per ottenere questi prestiti, però, le banche devono lasciare in pegno qualcosa, come ad esempio delle obbligazioni ottenute sul mercato. La garanzia del governo permette alle banche in difficoltà di avere una riserva ampia di questi strumenti, da utilizzare anche in caso di crisi.
SEMBRA UNO STRUMENTO UTILE. SICURI CHE NON ABBIAMO VINTO?
È un passo utile, soprattutto in caso di crisi, ma il governo vorrebbe anche altro. Tra un mese circa, l’Autorità Bancaria Europea concluderà i risultati dei test sulla solidità patrimoniale delle banche, in cui potrebbe rivelare che alcuni istituti italiani hanno bisogno di capitale fresco per poter continuare a operare.
A QUEL PUNTO TIRIAMO FUORI LO SCUDO?
No. Le obbligazioni a cui si applica la garanzia statale non servono a rafforzare il patrimonio delle banche. L’unica strada è convincere gli investitori a metterci denaro fresco, finanziando un aumento di capitale. Se non ci fosse interesse, l’aiuto può arrivare da Atlante, un fondo messo su coi contributi di molte banche italiane per sostenere quegli istituti che non riescano a trovare nuovo capitale.
ALLORA CONFIDIAMO IN ATLANTE. PUÒ ESSE-RE IL NOSTRO MARIO BALOTELLI DEL 2012?
Magari. Il fondo ha una dotazione di poco più di 4 miliardi e ne ha usati quasi la metà per due istituti in difficoltà, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Ora Atlante sta cercando di aumentare la sua potenza di fuoco e dunque la sua capacità di proteggere il sistema bancario, ma le sue dimensioni resteranno comunque limitate. Pertanto, prepariamoci a leggere di nuovi scontri tra Italia e Germania. Chiunque sia il vincitore del quarto di finale di stasera, la partita sulle banche è destinata a andare avanti.