Il Messaggero, 2 luglio 2016
Così Marina Berlusconi sta rivoltando Forza Italia
Spazzato via il cerchio magico parte la vera operazione che ha in mente da tempo Marina Berlusconi. Prima l’arrivo a Forza Italia di Cefaliello dal Milan, poi l’approdo del senatore Messina quale nuovo tesoriere al posto di Maria Rosaria Rossi. Con un unico obiettivo, prefissato da tempo ma che adesso – questo l’ordine impartito dalla presidente Fininvest – deve realizzarsi nell’arco di qualche settimana: il risanamento dei conti di FI. C’è un preciso un piano economico-finanziario con lo scopo di far sì che il Pdl e Forza Italia risolvano il contenzioso con l’azienda, ovvero con il loro capo, Silvio Berlusconi.
Il Pdl deve infatti ancora una decina di milioni, FI è debitrice per più di 70 milioni. Dal 94 ad oggi il partito è riuscito a sopravvivere solo grazie alla famiglia del leader. E ora la famiglia, dopo aver chiuso i rubinetti, intende mettere la parola fine all’annoso problema. Una serie di provvedimenti-ponte ha già portato al dissequestro dei conti correnti. Ma si arriverà – viene spiegato – ad una vera svolta. «Dopo anni e anni non abbiamo più rapporti con le banche, è una rivoluzione», osserva chi sta lavorando al progetto, «questo è solo il primo passo». Quindi basta fidejussioni. «Ora si volta pagina».
La mission’ è quella di arrivare ad una vera e propria rifondazione. Dotarsi di una sede degna di un partito che mira a tornare alle percentuali di un tempo. Risorse proprie, una vera organizzazione. Non è solo una questione di fondi. L’operazione è recuperare quell’immagine, quel credito perso agli occhi degli elettori. Grazie al lavoro di professionisti che arrivano dall’azienda. Personalità competenti. «Abbiamo toccato il fondo, non abbiamo neanche chi risponde al telefono, ricominceremo daccapo partendo proprio dall’aspetto finanziario», sottolineano fonti che stanno portando avanti il dossier. Questo non vuol dire che il partito chiude bottega. Ma la Forza Italia 2.0 «sarà un’altra cosa». Avrà – secondo il piano – una struttura aziendale’ con punti di riferimento sul territorio.
MODELLO 94
L’idea per il futuro è quella di recuperare comunque lo spirito del 94. Allora fu un solo imprenditore, Berlusconi, a tirare fuori i soldi. Ora, grazie ai rapporti del Cavaliere e di Confalonieri, dovranno esserci tanti esponenti provenienti dal mondo del lavoro a mettere benzina nel motore. La scommessa è arrivare ad una nuova classe dirigente che autonomamente riesca a fare politica. «L’epoca dei soldi a pioggia da parte della famiglia è finito», viene spiegato. Del resto le casse sono vuote. Complice la fine del finanziamento pubblico, FI rischia di non avere armi per l’appuntamento con il referendum. I vertici azzurri hanno diramato un regolamento stringente che prevede l’autofinanziamento da parte dei componenti dei comitati per il no. Regole restrittive, ogni spesa dovrà essere rendicontata e non si potranno dare contributi a nessuno dei volontari’. Al momento non è partita neanche una raccolta firme. L’atteggiamento è blando anche se, al di là della volontà di Berlusconi che appare poco interessato alla battaglia sulle riforme, il fronte anti-Renzi vuole smuovere le acque. Martedì sul referendum ci sarà una riunione di gruppo di Fi, mercoledì un incontro di tutto il centrodestra. Salvini e Meloni sono stati chiari: niente ni’, non si possono tenere i piedi in tre scarpe, altrimenti ha messo in chiaro il leader del Carroccio, «la Lega andrà da sola».