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 2016  luglio 03 Domenica calendario

Wimbledon, Djokovic è fuori: ha giocato male una partita pessima che Querrey ha vinto senza fatica

Troppo brutto per essere vero, il serbo che sotto mentite spoglie si è presentato all’All England Club dicendo di chiamarsi Novak Djokovic rotola fuori dal torneo di Wimbledon al terzo turno. Basta un Sam Querrey qualsiasi – californiano, 28 anni, destrimane, n. 41 del ranking – per ricordare al Djoker che l’erba non è cosa da sottovalutare: è facile, adesso, dire che arrivare a Londra direttamente dalla nuvoletta del Roland Garros, senza strisciate di verde sotto le suole, è stata una scelta azzardata, un atto d’arroganza pagato a caro prezzo. Indiziato di problemi alla spalla ma sufficientemente signore da non trattare l’argomento («Non ero al 100% della forma però questo non è il luogo né il momento per parlare»), Djokovic ha giocato male una partita pessima, che Querrey ha vinto in due tempi senza strafare contro un avversario privo di serenità. Il match si era messo in salita già venerdì, quando la pioggia aveva salvato il numero uno del mondo sotto di due set (7-6, 6-1); ieri, alla ripresa, il serbo era sembrato ritrovare le fila del gioco, riuscendo ad allungare la partita al quarto set (6-3) ma il tie break è stato fatale a Djokovic, che ha chiuso la galleria degli orrori con un dritto fuori misura (31 errori non forzati), uscendo dalla porta di servizio nella prima settimana di uno Slam, una verguenza che non si verificava dal lontano 2009. Addio Grande Slam doc, quell’equilibrismo realizzato nell’anno solare che a un tennista maschio non riesce dal 1969 (Rod Laver), «ma i quattro Major consecutivi li ho conquistati e in questo momento preferisco concentrarmi su quanto di buono ho fatto fin qui piuttosto che ragionare sui motivi di un fallimento». La striscia di Djokovic si ferma a 30 successi di fila spalancando il tabellone di Wimbledon alla corsa senza freni del fantastico vecchietto Roger Federer, che in finale ha dato appuntamento all’enfant du pays Andy Murray.
È un torneo di pioggia (oggi, per la quarta volta nella storia del torneo, si gioca la domenica di mezzo), erba umida e sorprese. L’erba di Querrey è molto più verde e spedisce Djokovic dove mai avrebbe voluto: in vacanza, lontano da tutto e tutti («Non guarderò uno scambio di Wimbledon: devo staccare»), incluso il quarto di finale di Davis (15-17 luglio) contro la Gran Bretagna. Sono in corso, per quel weekend, mediazioni per far recedere Fabio Fognini dall’insana idea di preferire il torneo di Amburgo a Italia-Argentina. Dopo l’invereconda rissa con Lopez a Wimbledon (maltrattando pure il c.t. Barazzutti sugli spalti), dire no all’azzurro sarebbe l’ennesimo autogol.