Corriere della Sera, 3 luglio 2016
Le lacrime di Bonucci e di Buffon
Si può essere professionisti, ma le emozioni non si censurano. Saluta la Francia e l’Europeo tra le lacrime la Nazionale, battuta per la prima volta e solo ai rigori dalla Germania. Il modo più crudele per pareggiare i conti e chiudere la maledizione Italia, cominciata con un pareggio a Cile 1962 e finita sempre con un pareggio a Francia 2016. In questa squadra senza regista, orfana di Pirlo e con Verratti, Marchisio, Montolivo, De Rossi in meno, Leonardo Bonucci è stato il direttore d’orchestra. Ha suonato la riscossa, è stato costretto suo malgrado a intonare la resa. S’è ritrovato due volte a combattere contro Manuel Neuer. Prima l’ha battuto dal dischetto e ha siglato l’1-1 che ha rimesso in partita l’Italia, poi ha fallito il quinto penalty.
«Fa male uscire così – dice con voce strozzata il difensore – perché abbiamo avuto tante occasioni per chiudere i rigori. I tiri dal dischetto sono una lotteria, ma loro sono stati bravi nell’ultimo: usciamo a testa alta. Sono stato contento di aver fatto parte di questo splendido gruppo. Questa è stata la nostra forza, abbiamo tenuto testa ai campioni del mondo e questa è la nota positiva».
Che i tedeschi fossero da evitare ai rigori lo diceva la statistica: prima di Bordeaux 6 volte ci erano arrivati e in 5 occasioni avevano vinto. Hanno aggiunto un altro trionfo. L’Italia è il più affezionato e sfortunato degli habitué: 9 volte sul dischetto e ben 6 sconfitte. Un cimitero di speranze e di lacrime amarissime.
È un’Italia scoppiata a piangere quella che ha lasciato Bordeaux. Di facce rosse e occhi gonfi ce n’erano parecchi. Andrea Barzagli, probabilmente alla sua ultima partita in azzurro, si è sciolto in lacrime. «È un’immensa delusione. Purtroppo rimane la sconfitta, di quello che di bello abbiamo fatto non resterà niente. Quando esci resta solo la delusione. C’era veramente voglia di stare insieme, quindi dispiace. Nessuno ricorderà niente di questa Nazionale che ha dato tutto». Si è congedato così, interrotto dal suo stesso pianto. Che non era diverso da quello di Gigi Buffon, all’ultimo Europeo. Il portierone più forte di tutti battuto dal suo erede Manuel Neuer. Ha parato un rigore, gli è scappato per un soffio l’ultimo. E sconfitto mentre usciva dal campo è stato proprio Neuer a confortare un Buffon inconsolabile e in lacrime. «È stato tracciato un solco importante – dice con voce spezzata – e adesso c’è da proseguire su questa strada perché abbiamo fatto il massimo di quello che potevamo e stava bastando. Questo vuol dire che quando si è squadra, si hanno valori e organizzazione di gioco nulla diventa impossibile».