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 2016  luglio 03 Domenica calendario

La nazione più potente nel 2030 sarà quella che controllerà il cyberspazio

Le cosiddette élite sono sotto forte critica dopo la decisione dei britannici di abbandonare la Ue. Si dice che non hanno capito niente di cosa sta succedendo nel mondo e nelle società. Friends of Europe, un think-tank senza scopo di lucro con sede a Bruxelles, ha appena pubblicato un rapporto su cosa pensano queste élite (delle quali esso stesso fa parte) del futuro sulla sicurezza. Ha messo a confronto 2.466 esperti (politici, accademici, militari, funzionari pubblici) di 131 Paesi in quattro giorni di discussioni online e ha prodotto un rapporto – 2016 Security Jam – che ha presentato alla Nato in vista del summit di Varsavia dell’ 8 e 9 luglio e alla Ue. Risultati contraddittori.
   L’«attore più potente» nel 2050 sarà la Cina per il 43% dei partecipanti alla discussione, gli Stati Uniti per il 39%, la Ue per il 3% (la Russia secondo nessuno). Curioso, quindi, che il 35% ritenga poi che la «maggiore focalizzazione» della Ue nei prossimi dieci anni debba essere su se stessa (come ha fatto negli scorsi venti ), per il 33% sui vicini e sulla Russia, per il 17% sul Medio Oriente, per il 12% sull’Africa subsahariana e per solo il 3% sull’Asia. Allo stesso tempo, il 52% degli esperti dice che la Nazione più potente nel 2030 sarà quella che controlla il cyberspazio; per il 19% sarà invece quella che controlla lo spazio, per il 16% il mare, per il 7% la terra, per il 6% i cieli. Il maggiore rischio che correrà l’umanità nel 2050 sarà invece la «mancanza di risorse cruciali» per il 45%, l’eccesso di popolazione per il 25%, l’estremismo violento per il 14%, le guerre tra Stati per il 9%, le guerre civili per il 7%.
   Il Security Jam dà anche una lista di dieci raccomandazioni. Le tre principali: creare un meccanismo globale di avvertimento anticipato per le catastrofi naturali e per le rivolte politiche; migliorare l’analisi del Big data per sapersi muovere in tempo; sviluppare un concetto integrato di sicurezza e difesa. Il 74% degli esperti è molto favorevole o favorevole al fatto che i governi della Ue «investano massicciamente» in tecnologie e persone in grado di fare previsioni sulla sicurezza. La stessa percentuale dice che l’assistenza economica e militare dovrebbe essere legata al rispetto dei diritti umani. Sul fatto che il coinvolgimento delle donne beneficerebbe i negoziati per la pace, il 55% è molto d’accordo e il 34% è d’accordo. Così pare che pensino le élite.