Corriere della Sera, 3 luglio 2016
Se per alcuni «altoatesino» è sinonimo di fascista
Piccoli segnali dei muri che stanno aumentando di altezza qua e là in Europa: adesso anche l’uso di un aggettivo può urtare la suscettibilità dei puristi delle piccole patrie. Nel Consiglio provinciale di Bolzano una estemporanea alleanza tra gli ultranazionalisti di Südtiroler Freiheit (la formazione politica di Eva Klotz) e una parte della Svp ha ottenuto un risultato inedito: cancellare da un documento ufficiale in lingua italiana (il testo di una delibera) la parola «altoatesino» in quanto ritenuta fascista e dunque offensiva per la comunità che non ha ancora elaborato il lutto della Prima guerra mondiale. Il criterio della pulizia linguistica imposto dai consiglieri di espressione tedesca ha ottenuto che il toponimo originario fosse sostituito dalla locuzione «della provincia di Bolzano». Nella versione in tedesco, invece, il medesimo documento conserverà la dizione «suedtiroler», sudtirolese. Resta da capire, adesso, se il criterio verrà perpetuato o se invece l’espulsione dal dizionario della parola «altoatesino» rimarrà un episodio isolato. Il muro linguistico, in qualche modo, anticipa quello fisico che il governo di Vienna minaccia di innalzare al valico del Brennero per respingere l’ondata migratoria dall’Italia (che fino a oggi non si è vista). Va detto che la toponomastica è una palestra che serve ai puri e duri di ogni latitudine per mostrare i muscoli; sempre da queste parti gli ultras filoaustriaci avevano proposto a maggio di cancellare dalla mappa di Bolzano «via Fiume», perché ritenuta anch’essa retaggio del Ventennio e di conseguenza offensiva. L’idea era di sostituirla con la vecchia versione in tedesco, «St.Veit am flaum», o con quella croata, «Rijeka». Brutto segnale in una parte d’Italia dove gli opposti nazionalismi hanno sortito tra le altre cose l’ingresso in Consiglio comunale di Bolzano di tre consiglieri di CasaPound.