Corriere della Sera, 4 luglio 2016
Hamilton e Rosberg, come Senna e Prost
Una scazzottata all’ultimo giro in Austria, dopo il corpo al corpo al primo giro in Spagna. Hamilton e Rosberg, quando si incontrano, si scontrano. Non è mai facile individuare responsabilità precise, mentre è certa la perdita di punti per la Mercedes. Enorme a Barcellona; più contenuta allo Spielberg. Sufficiente a far scattare propositi estremi, ordini da rispettare, la pretesa di una disciplina rigida. Eppure il bello, il sale delle corse, sta tutto qui. Velocità e rischi connessi, palesemente esposti; compagni di squadra pronti a strafare pur di fare risultato. Soprattutto se lavorano per un team che può permettersi questo ed altro, destinato a vincere comunque. Hamilton e Rosberg ricordano Senna e Prost; Piquet e Mansell. Uomini contro. Piloti nemici e, anche per questo, indimenticabili. La razionalità e il buon senso sono puntualmente richiesti, anche se hanno a che fare con le corse sino a un certo punto, altrimenti le corse non esisterebbero affatto. Dunque, meglio così. Meglio due ragazzi coraggiosi, aggressivi, egoisti, persino scellerati. Protagonisti di sfide crude. Emozionanti e discutibili ma provvidenziali, dentro un’epoca dominata da una sola squadra e potenzialmente noiosissima. In aggiunta, il confronto tra Hamilton e Rosberg oppone il genio dell’inglese alla sregolatezza del tedesco; il talento puro a una determinazione talvolta commovente. L’inglese è un bimbo prodigio, un vincente naturale. Può permettersi di distrarsi, certo di recuperare. Il tedesco lotta disperatamente contro un destino gramo che lo inchioda un passo dietro al suo doppio, il più bravo della pista. Abbastanza da scatenare una reazione inattesa e, per molti versi, ammirevole. Una sorta di ribellione che ciascuno di noi può comprendere e giustificare. È la tenacia del perdente a dare intensità ad un grande duello. Hamilton e Rosberg litigano, si scontrano, così si infilano nella nostra memoria. Faranno coppia, comunque, per sempre. Ritrovando, come accadde per Senna e Prost, una riconoscenza reciproca quando anche loro potranno ricordare un tempo passato e marchiato da un odio ricoperto d’oro.