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 2016  luglio 04 Lunedì calendario

Guerre stellari in casa Mercedes

ZELTWEG Il nuovo episodio di «Guerre Stellari» va in scena in curva 2 all’ultimo giro. Nei palchi vip ad assistere alla gara per uno strano scherzo del caso c’è George Lucas, papà della saga cinematografica dei record. Ma questo è un altro film: horror per i vertici della Mercedes, adrenalina pura per gli spettatori. Rosberg contro Hamilton, sempre loro. Volano ancora sportellate, veleni, colpi proibiti fra le due stelle più splendenti del circus: in assenza della Ferrari (Vettel k.o. per una gomma esplosa, Raikkonen sul gradino più basso del podio), solo loro tengono accese le emozioni di un Mondiale già prenotato dopo 9 gare. È il paradosso di una Mercedes forte al limite dell’arroganza da sopportare una faida interna e comandare con 57 punti di vantaggio sui due ferraristi. La filosofia di Niki Lauda, presidente onorario del team campione del mondo, è «lasciateli liberi di lottare». Ma la mossa di kung fu con cui Nico ha tentato di difendersi dall’assalto di Lewis porta il duello oltre il limite del tollerabile. I commissari non hanno avuti dubbi: il «cattivo» è il biondo tedesco. Eppure gli hanno dato una penalità blanda (10”, il 4° posto è salvo) perché hanno accolto la strategia difensiva della Mercedes, che lo scagiona parzialmente per un guasto ai freni. Gli decurtano due punti sulla superlicenza, a cui si aggiunge una reprimenda per aver disseminato di detriti la pista. Ma il regolamento di conti avverrà in casa, prima del Gp di Silverstone, la prossima domenica.
Il pubblico austriaco però l’ha vista diversamente: bordate di fischi al vincitore durante la festa sul podio: «Problemi loro» ha replicato un gelido e sorridente Hamilton. E pensare che sabato i suoi meccanici avevano aiutato quelli di Nico a ricostruire la Mercedes n°6 incidentata per evitare di saltare le qualifiche e partire dalla pit lane il giorno dopo in gara. La tregua dopo il crash di Barcellona – doppio ritiro – è durata poche settimane. Toto Wolff è furioso e si prepara a un cambiamento epocale delle gerarchie in Mercedes: «È molto peggio della Spagna, perché lì venivamo da 30 Gp senza questi problemi (i due si erano mandati fuori nel 2014 a Spa ndr) ed era successo al primo giro, qui all’ultimo quando potevamo fare doppietta. Pensavo di aver superato queste situazioni, ma sono stato ingenuo. Dopo 4 gare ci risiamo: è inaccettabile che le nostre macchine si scontrino». La soluzione? «Introdurre gli ordini di squadra, anche se mi fanno schifo. Adesso calmiamoci, poi prenderemo una decisione a prescindere da quello che diranno i piloti».
Insomma, Mister Wolff ha un problema e anche bello grosso. Con il rinnovo del contratto Rosberg ancora in ballo, si aprono nuovi scenari, anche se lui giura che questo non inciderà. Difficile credergli con tanta pressione addosso. Anche perché per raffreddare gli animi racconta una versione edulcorata, quella del guasto. Al penultimo giro il freno elettronico posteriore «brake by wire» avrebbe smesso di funzionare sulla macchina di Rosberg: «Così in staccata ha seguito una traiettoria differente dal normale. E Lewis si trovava proprio lì, all’esterno. Ho una mia idea sulle responsabilità, ma non la dico». I panni sporchi si lavano in casa, ma tra i piloti le schermaglie continuano. Rosberg: «Stavo vincendo e lui mi è venuto addosso». Hamilton: «Errore suo, è inutile fare polemiche».
L’autoscontro premia Max Verstappen e Kimi Raikkonen: il ragazzino della Red Bull ha compiuto una magia percorrendo 56 giri sulle stesse gomme. Il futuro e il passato della F1 s’incontrano.