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 2016  luglio 04 Lunedì calendario

Arriva negli ospedali il primo raccolto della marijuana di Stato

I fiori li hanno raccolti il 30 maggio e tutto giugno è stato necessario per l’essiccazione e la preparazione delle dosi. Tra agosto e l’inizio di settembre i primi dieci chili di marijuana di Stato arriveranno finalmente negli ospedali italiani. Lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze lavora da quasi due anni al progetto e ha dovuto superare una lunga fase sperimentale, con decine di piante coltivate, studiate, esaminate e poi distrutte. Ora ci siamo. Non lo diresti mai quando entri nell’enorme caserma dell’unica struttura pubblica italiana dove vengono preparati farmaci che qui si coltiva la cannabis. I militari fanno strada, poi indossano guanti, mascherine, camici e sovrascarpe, cioè l’abbigliamento necessario quando si preparano dei medicinali. Poi entrano nelle serre. L’odore è inconfondibile, acre e dolciastro, e rimanda a contesti assai meno ordinati di questo. Ma qui si lavora per persone che hanno problemi di salute e tutto deve essere sterile, pulito, preciso. Il risultato è un po’ straniante. Da una parte ci sono le piante rigogliose e verdissime oppure tagliate e girate a testa in giù per far scendere il principio attivo verso i fiori, dall’altra macchinari luccicanti per la produzione di medicine. Bilance, contenitori, apparecchi per le analisi chimiche sono quelli di un laboratorio. C’è silenzio, gli addetti con le stellette compiono gesti precisi, di chi conosce il proprio lavoro. Ripetitività e metodo: ancora una volta, regole comuni a quelle alla base della produzione farmaceutica. Il primo raccolto è quasi pronto per essere spedito, si aspetta il via libera del ministero alla Sanità, arriverà quando saranno concluse le ultime analisi. Se alla Camera ci si appresta a discutere, il 25 luglio, la legge per la legalizzazione, per molti medici la cannabis è già uno strumento terapeutico di uso quotidiano. Più della metà delle Regioni italiane hanno introdotto la cannabis terapeutica, e per adesso devono comprarla in Olanda, con una spesa di circa 15 euro al grammo. Quando il lavoro dello stabilimento fiorentino sarà a regime, i costi saranno dimezzati e in più si supereranno i frequenti problemi di consegna. Il Farmaceutico militare dovrà inizialmente produrre 100 chili all’anno. Per questo si lavora a ciclo continuo, già adesso ci sono piante nelle varie fasi di crescita e si prevedono due raccolti prima della fine del 2016, a settembre e a novembre. Poi, nel 2017, si punta ad arrivare all’autosufficienza. È stato il ministero, nel novembre del 2015, a dire quando può essere usata la cannabis terapeutica, in una sorta di “bugiardino” pubblicato nel decreto che autorizza il Farmaceutico militare alla coltivazione. Riguardo alle indicazioni, la premessa è che, in base agli studi scientifici, la cannabis è un medicinale di seconda scelta, da usare quando gli altri non funzionano o danno problemi al paziente. Intanto tra le indicazioni c’è il dolore. La cannabis può funzionare come analgesico per patologie che implicano spasticità come sclerosi multipla o lesioni del midollo. Ma ha le stesse capacità anche nel dolore cronico in generale e in particolare a quello di natura neurologica; può aiutare contro la nausea causata da chemioterapia, radioterapia, o terapie per Hiv; stimola l’appetito in chi ha anoressia nervosa o comunque non mangia a causa di gravi patologie. Infine c’è l’effetto ipotensivo nel glaucoma che resiste alle terapie convenzionali. La posologia cita due sistemi di assunzione, orale o per inalazione. Si parte con un decotto fatto con le inflorescenze della cannabis e si può anche decidere di usare un vaporizzatore. Per mandare in fumo la marijuana dei militari.