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 2016  luglio 04 Lunedì calendario

I terroristi della strage di Dacca erano studenti provenienti da famiglie ricche • Camion bomba a Bagdad: 126 le vittime, almeno 25 sono bambini • L’uomo che ha dato fuoco alla compagna davanti ai figlioletti • Esiste una relazione tra infelicità coniugale e malessere fisico • Domani il Wwf Italia compie 50 anni • L’11 luglio Lino Banfi compie 80 anni • Bruce Springsteen in concerto in Italia

 

Dacca 1 Il commando jihadista responsabile del massacro al bar-caffè Holey Artisan Bakery venerdì sera al Gulshan 2, il quartiere più benestante nella capitale del Bangladesh, era formato da giovani promesse delle migliori scuole a Dacca, i cui genitori sono parte delle avanguardie intellettuali del Bangladesh: docenti, alti funzionari dello Stato, medici, politici. Studenti che negli ultimi due anni di liceo si sono radicalizzati via Internet, hanno trovato i loro nuovi «guru» tra i leader locali e internazionali di Isis. Sono stati per primi i giornalisti locali a segnalare la «stranezza». Jihan Gir, reporter della maggiore agenzia stampa di Dacca: «Pensavo che mi sarei imbattuto nelle figure dei terroristi tradizionali. Da noi come in Pakistan o in Afghanistan: bambini cresciuti tra le pieghe di povertà e conflitti, spesso profughi, addirittura orfani abbandonati ed educati nelle madrasse (le scuole religiose islamiche, ndr ) pagate con i fondi-carità sauditi e dei Paesi del Golfo. Nel passato sono state la fucina di Al Qaeda. E invece ho trovato i rampolli delle classi più abbienti. Mi aspettavo di incontrare sottoproletari nutriti di Corano e fanatismo, ma ho scoperto ragazzi che hanno studiato inglese e non sfigurerebbero in un’università di Londra» (Cremonesi, Cds).

Dacca 2 Tra i terroristi c’era il 22enne Rohan Ibn Imtiaz, che ha frequentato l’istituto superiore più prestigioso della capitale. Un ex compagno di scuola lo descrive come un «tipo riservato, calmo, sempre controllato. Non si eccitava neppure per lo sport». Nel suo comportamento non c’era alcun indizio di fanatismo: «Sono rimasto assolutamente sbalordito. Ricordo che appariva come combattuto da una tensione interiore, si controllava, ma sembrava come rabbioso, offeso. Non so proprio per quale motivo però. La sua è una famiglia ricca. Hanno una grande villa nel quartiere di Lalmatia. La madre, Zabeen, indossa il velo, ma è anche docente di matematica allo Scholastica. Una donna affabile, aperta, sempre pronta ad ascoltare. Il padre è invece Imtiaz Khan Bablu, tra i massimi leader del partito di governo, Lega Awami, e della municipalità nella capitale. A me fa paura che un tipo come Rohan abbia scelto questa strada e con lui altri due studenti dei nostri. Sono contento di aver scelto di continuare gli studi a Londra. Qui il pensiero laico ha poche possibilità di successo. Se i figli delle nostre élite diventano terroristi islamici significa che è la fine di un progetto culturale» (ibidem).

Dacca 3 La polizia sostiene di aver ucciso sei terroristi, uno sarebbe stato catturato ferito, ma vivo, ora viene interrogato (ibidem).

Bagdad Un camion bomba è esploso a Bagdad: 126 le vittime, almeno 25 sono bambini. Il camion frigorifero era pieno di esplosivo: al volante un kamikaze dell’Isis che si è fatto saltare in aria intorno a mezzanotte, nell’intervallo tra il digiuno del sabato e quello della domenica, quando in tempo di Ramadan le famiglie escono a fare la spesa, si ritrovano per consumare un pasto prima dell’alba, fare festa, giocare. L’attentato è avvenuto nel quartiere di Karada, storico cuore commerciale della città (Farina, Cds).

Ustionata Nella tarda serata di sabato a a Tuglie, un piccolo comune di 5.200 abitanti in provincia di Lecce, Edec Ionut Alexandru, romeno di 24 anni, al culmine di una lite ha cosparso la convivente di alcol e le ha dato fuoco davanti agli occhi terrorizzati dei due figli, di uno e tre anni. Solo l’intervento del 118 ha evitato il peggio: gli operatori e i carabinieri della Stazione di Sannicola, un comune limitrofo nel Leccese, sono stati chiamati dallo stesso uomo, spaventato dagli effetti del folle gesto. La vittima — anche lei romena, anche lei classe 1992 — è stata trasportata d’urgenza all’ospedale «Antonio Perrino» di Brindisi. È ricoverata in prognosi riservata, con ustioni di secondo e terzo grado in varie parti del corpo. Edec Ionut Alexandru, noto alle forze dell’ordine per furto ed altri reati contro il patrimonio, esercitava una costante violenza fisica e psicologica nei confronti della compagna. In più circostanze, hanno accertato i carabinieri, avrebbe aggredito la donna anche in presenza dei figli (Chiale, Cds).

Infelicità coniugale Secondo una ricerca pubblicata dal New York Times esiste una relazione tra infelicità coniugale e malessere fisico. Robert Levenson, professore di psicologia a Berkeley, ha monitorato dagli anni 80 ad oggi un campione di coppie osservando come la litigiosità abbia un effetto sul benessere. I ricercatori hanno confrontato le reazioni annotate durante i litigi — occhi sbarrati, voce alta, bocca serrata — con i questionari raccolti sulla salute: è emerso che chi fa scoppiare la rabbia — soprattutto gli uomini — ha palpitazioni e pressione alta. Chi invece assume un atteggiamento passivo, tende a ingobbirsi e a sviluppare dolore al collo e alla schiena (Proietti, Cds).

Awá-Guajá Gli Awá-Guajá, una delle ultime tribù di cacciatori in Amazzonia, girano quasi completamente nudi, dormono sotto gli alberi, distesi a terra, al massimo riparati da un tetto di foglie, si cibano quasi esclusivamente di cacciagione: coccodrilli, scimmie, piccoli mammiferi. Per cacciarli camminano dall’alba al tramonto nella foresta, conducendo un’esistenza se-minomade. Usano arco e frecce, a parte tre vecchi fucili rubati a una spedizione di boscaioli, che hanno fatto prigionieri, denudato, legato e abbandonato nel loro accampamento, ammonendoli a non avvicinarsi più. Portano via i cuccioli delle prede che abbattono, li crescono come figli, poi li liberano nella foresta, sostenendo di essere in grado di riconoscerli e dunque di non ucciderli, se li incontrano di nuovo (Franceschini, Rep).

Wwf Domani il Wwf Italia, l’associazione italiana del World Wide Fund for Nature nato in Svizzera nel 1961, compie 50 anni. È nato tra cacciatori pentiti e documentaristi ambientali nello studiolo d’architettura, ai Parioli di Roma, di Fulco Pratesi. Ottocento soci il primo anno, quando una tessera costava 2.000 lire: oggi conta trecentomila sostenitori, in lieve calo. Resta, comunque, la prima associazione ambientalista italiana (Zunino, Rep).

Banfi 1 Lino Banfi, che sta compiere 80 anni, fu dato alla luce dalla madre Nunzia il 9 luglio: «Ma la mammana diceva sempre a tutte le puerpere: “Faccio un piacere al bambino e te lo registro qualche giorno più tardi, così se è maschio, quando fa il militare ritarda un po’ la chiamata”. E se il bambino nasceva a fine dicembre, si registrava nel nuovo anno. Quindi sui miei documenti c’è scritto 11 luglio e festeggio in questa data» (Costantini, Cds).

Banfi 2 Il suo vero nome è Pasquale Zagaria: «Avevo pensato di chiamarmi Lino Zaga, ma Totò mi disse: “cambialo, perché i diminutivi del nome portano bene, quelli del cognome invece portano male”. E Banfi venne fuori dal registro di classe del mio impresario che era pure maestro elementare: era il nome di uno scolaro, Aureliano Banfi... iniziò la mia carriera». La sua carriera cominciò in seminario: «La mia era una famiglia umile e io, per studiare, dovevo per forza andare in seminario. Quando facevamo le recite a Pasqua o a Natale, suscitavo l’ilarità del pubblico. Capii che la mia vocazione non era fare il prete, ma impegnarmi in qualcos’altro» (ibidem).

Banfi 3 A proposito dei film sexy che ha girato: «Quei film, che rivendico, all’epoca venivano chiamati “zozzetti”... ma che avevano di “zozzo”? Il massimo che si faceva era spiare dal buco delle serrature, ma niente di volgare anche quando dicevo che ero “arrapeto”. Certo, ero fortunato, perché potevo toccare il fondoschiena di Nadia Cassini: era talmente bello che l’attrice lo aveva assicurato per un miliardo e le maestranze dell’epoca, dopo che lo avevo palpeggiato, mi dicevano “Lino! Nun te lava’ più la mano!”» (ibidem).

Springsteen Sessantamila persone a San Siro per la prima delle tre date italiane di Bruce Springsteen, 66 anni, in Italia. Domani si replica a Milano e il 16 al Circo Massimo di Roma per un totale di 180.000 persone (Castaldo, Rep)

(a cura di Roberta Mercuri)