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 2016  luglio 02 Sabato calendario

Che partita sarà Germania-Italia secondo Mario Sconcerti

La partita con la Germania sarà una partita differente rispetto a quella con la Spagna. Sarà gioco forza difendersi di più, non per volontà ma per costrizione. La Germania è diversa, probabilmente la migliore, gioca più in verticale, ha attaccanti che sanno saltare l’avversario. Il suo uomo di orientamento è Ozil, nel senso che è il suo stato di forma a orientare la qualità del gioco offensivo tedesco. È stato il miglior uomo-assist in Germania, Inghilterra e Spagna. Giocheremo con una difesa a quattro qualunque cosa pensi Conte, perché Barzagli marcherà Draxler, fantasista annunciato in gran forma, Chiellini Gomez e De Sciglio Müller. Bonucci farà il libero che difende e ricomincia. I tedeschi giocano con marcature dirette, lasciano spesso la difesa uomo contro uomo, questo dà loro un giocatore in più sparso lungo tutto il campo. Per allentare la supremazia numerica è molto probabile che un attaccante andrà su Kroos, il loro splendido regista, fin dal momento in cui cominceranno l’azione: toccherà a Eder. Questo non significa che Eder marcherà Kroos ma che sarà il primo a far pressione su di lui. Sturaro marcherà Ozil, salvo i cambi di direzione di Ozil che si muove molto in senso trasversale. La differenza sarà che l’Italia partirà da lontano, una decina di metri più indietro, perché lì sarà spinta soprattutto da Kroos, Khedira e Ozil. Per questo dovranno abbassarsi gli attaccanti, per cominciare il contropiede. In sostanza saremo raggruppati tra la nostra area e la metà campo, compreso Pellè. Questo perché è difficile giocare a calcio contro la Germania, ha uomini più forti ma con un limite, sono vanesi, hanno bisogno di giocare sempre loro, non sono abituati a ripartenze subdole, secche, con passaggi di pochi metri. La prima cosa importante sarà capire quanto Barzagli arginerà Draxler e De Sciglio Müller. Se lì vinceremo, la Germania potrà solo accentrarsi, potremo aspettarli più tranquillamente. Non ho un pronostico, non sono mai stato convinto da questa Italia, ma le voglio bene e stimo Conte. Mi limito all’augurio del vecchio paron Rocco quando andando in campo gli amici lo salutavano con un «vinca il migliore». E lui rispondeva: «Speriamo di no...».