L’Illustrazione Italiana, 6 febbraio 1916
La guerra d’Italia
(Dai Bollettini Ufficiali) Le operazioni dal 24 al 31 gennaio
In Valle Lagarina nella notte del 24 dalle posizioni intorno a Mori le nostre truppe respinsero un riparto nemico che tentava di avvicinarsi con sorpresa. Nella giornata del 24, il nemico rinnovò un tentativo di attacco contro le nostre posizioni nei pressi di Mori, ma fu ancora respinto.
In Valsugana l’artiglieria nemica lanciò qualche granata su Borgo e Roncegno provocando un incendio in quest’ultima località. Il giorno stesso, nostri riparti esploranti spinti su Marter ne fugarono nuclei nemici.
Le nostre artiglierie rinnovarono il bombardamento della stazione di Caldonazzo.
Nel settore ili Tolmino, col favore della nebbia, il nemico tentò due attacchi contro le nostre posizioni di Santa Lucia, prontamente ributtati.
Sul Medio Isonzo intenso fuoco di artiglierie nemiche contro le nostre posizioni sulle alture ad ovest di Gorizia.
In Cadore e in Carnia consueta attività delle opposte artiglierie, più intensa nella zona fra l’alto But e valle Valentina (Gail).
Sulle alture a nord-ovest di Gorizia, la sera del 24, ingenti forze nemiche, favorite da fitta nebbia, attaccarono le posizioni attorno a Oslavia. Di fronte alla superiorità delle forze dell’avversario, alcuni nostri riparti di prima linea, per non restare sopraffatti, ripiegarono lungo un breve tratto del fronte sui trinceramenti di seconda linea. Contro di questi, per la salda resistenza e i violenti contrattacchi dei nostri rincalzi, si infransero i successivi insistenti assalti dell’avversario, che subì nuove gravissime perdite.
Sul Carso violenti duelli dell’artiglieria, specialmente nella zona di Monte San Michele.
Lungo tutto il fronte, dal 25 al 26. attività delle artiglierie sussidiata dagli aerei. Quella avversaria provocò un incendio in Valle Terragnolo, prontamente domato.
Velivoli nemici lanciarono bombe su Ala, in Valle Lagarina, su Roncegno e Borgo, in Valle Sugana. Nessun danno.
La nostra artiglieria distrusse appostamenti ed osservatori di batterie in Valle Fanes (Boite), sulla Croda Rossa (Alto Sexten) e sul Masnik (Monte Nero ).
Nella zona di Gorizia l’offensiva nemica fu arrestata. Le nostre truppe tenevano il 26 saldamente le posizioni occupate. Riparti dell’avversario, segnalati in marcia verso il ponte sull’Isonzo, a nord-ovest di Gorizia, furono efficacemente battuti dalle nostre artiglierie.
Sul Carso, nella giornata del 26, un nostro riparto con rapida avanzata di sorpresa guadagnò terreno, verso la chiesa di San Martino, che poté poi prontamente rafforzare e mantenere.
Attività delle artiglierie particolarmente intensa in qualche tratto della frontiera in Carnia.
Nell’Alto Isonzo la sera del 27, dopo violenta preparazione delle artiglierie, il nemico in forze tentò di scacciarci dalle nostre posizioni minacciose sul Piccolo Javorcek. Respinto una prima volta, rinnovò con truppe fresche un secondo e poi un terzo attacco, ma fu sempre ributtato con gravi perdite ed infine volto in fuga.
Sulle alture ad ovest di Gorizia le nostre truppe rioccuparono una parte del terreno abbandonato nella notte del 25 e vi si stabilirono saldamente. Vi furono il 27 in questa zona soltanto duelli di artiglieria, raffiche di mitragliatrici e scambi di bombe.
Sul Carso fu segnalata l’ardita irruzione di un nostro riparto in trincee nemiche a sud-ovest di San Martino.
In Valle Giudicaria il giorno 27 la nostra artiglieria disperse con tiri aggiustati una colonna nemica che discendeva dal forte Por. Nelle giornate del 27 e 28 l’attività delle nostre fanterie condusse a piccoli scontri in Valle Lagarina, in Valle Calamento (Brenta) nell’Alta Valle Vanoi (Cismon). Il nemico fu ovunque ricacciato e lasciò in nostro possesso materiali di equipaggiamento.
In Carnia, contro le nostre posizioni di Pal Grande, l’avversario spiegò il 28 azione dimostrativa con intenso fuoco di mitragliatrici e fucileria cessato per l’intervento delle nostre artiglierie.
Sulle alture ad ovest di Gorizia calma relativa. La nostra artiglieria bombardò la stazione di San Pietro a sud-est della città, dove era segnalato movimento di treni.
Lungo tutto il fronte il 29 attività delle artiglierie favorita dallo stato sereno dell’atmosfera.
Sul Medio Isonzo una nostra batteria bombardò la stazione di Santa Lucia nel settore di Tolmino.
Artiglierie nemiche di grosso calibro tirarono alcuni colpi sulla borgata di San Martino Quisca facendo qualche vittima nella popolazione.
Da prigionieri nemici si ebbe conferma delle gravi perdite subite dall’avversario e specialmente dal 37° reggimento di Landwehr durante le recenti azioni sulle alture ad ovest di Gorizia.
Il 30 furono segnalati piccoli scontri in Valle Lagarina a nord di Mori e duelli di artiglieria particolarmente intensi lungo il fronte dell’Isonzo.
Nell’Alto Cordevole il 3l vivo duello delle artiglierie nella zona di Livinallongo.
Nella Conca di Plezzo furono respinti drappelli nemici che tentavano di avvicinarsi alle nostre posizioni a sud del monte Rombon.
Sull’Isonzo l’artiglieria nemica lanciò alcune granate sulla stazione di Cormons e sul paese di Moraro facendo qualche vittima nella popolazione.
Il primo ministro Salandra, tra grandi accoglienze, ha iniziata il 3l gennaio la visita delle opere di assistenza civile in Torino, e poi in Genova.
FUORI D’ITALIA
Lo spazio limitato ci obbliga a riassumere.
Notevole l’occupazione, compiuta il 28 gennaio dagli Alleati,fra quali un riparto di fanteria italiana da sbarco del Piemonte, sui forti del Karaburun, Grande e Piccolo, dominanti il, golfo di Salonicco.
I tedeschi hanno ripreso il loro furibondo, tragico sistema, impressionante e spietato, delle escursioni aeree con Zeppelin. Parigi fu bombardata così nella notte dal 30 al 3l gennaio da uno, o forse due Zeppelin, che approfittando della fitta nebbia, lasciarono cadere in due minuti trentuna pesantissime bombe, per le quali nove case furono incendiate e rovinarono, deplorandosi ben 25 morti e 27 feriti gravi, veramente inconsapevoli ed innocenti! Un altro Zeppelin, in quasi identiche condizioni, compì un altro bombardamento il 31 sera, senza riuscire, per fortuna, né a fare gravi danni, né vittime.
La notte dal 3l gennaio al 1° febbraio sei o sette Zeppelin fecero un’escursione bombardatrice sui docks e sul porto di Liverpool, di Birkenhead ed altre località dell’est e del nord dell’Inghilterra e sulla contea di Middland, producendo danni non considerevoli, malgrado le bombe lanciate siano state 220. Si hanno a rimpiangere 54 morti e vi sono 67 feriti.
Pure su Salonicco – in ricambio di una escursione di sedici velivoli degli alleati sugli accampamenti teutono-bulgari– un’escursione di uno Zeppelin, nella notte dal 3l gennaio al l° febbraio – lasciò cadere 20 bombe incendiarie che fecero danni rilevanti; furonvi otto morti ed una cinquantina di feriti fra soldati e borghesi.
L’illusione tedesca che tali violenze possano influire sullo spirito pubblico degli eserciti e dei paesi combattenti contro i due Imperi, è chiaramente smentita dal linguaggio di tutta la stampa e da non dubbî segni dati dalle popolazioni offese; e ridonda a tutto danno dell’incorreggibile, insanabile brutalità teutonica.