L’Illustrazione Italiana, 30 gennaio 1916
Necrologio
Tre senatori sono mancati in queste prime settimane del 1916; l’avvocato Giovanni Lucchini di Vicenza; il banchiere e industriale Alessandro Centurini di Genova, e l’avv. barone Annibale Marazio di Alba. Il Lucchini era stato per tre legislature (dal 1876 al 1886) deputato progressista di Lonigo e di Vicenza ed era entrato in Senato nel 1892 nella prima infornata giolittiana; il Centurini, nativo di Genova, potevasi considerare ormai di Roma, dove emerse la sua attività industriale. Iniziato dal padre negli affari commerciali, si recò diciottenne al Marocco ove rimase dieci anni promovendovi importanti traffici in un tempo in cui quel paese si apriva appena alla penetrazione europea. Il Centurini fu armatore, banchiere, imprenditore di lavori. Deputato di Terni dal ’92 al ’95 poi dal 1904 al 1909, fu nominato senatore nel 1909. Aveva 85 anni ed era suocero del deputato ed ex-ministro Schanzer. Pure 85 anni, compiuti, aveva il barone Annibale Marazio, di nobile ed antica famiglia piemontese. Laureatosi in legge, si stabili a Torino, dove intraprese la carriera giornalistica, scrivendo dapprima in un giornale di sinistra moderata, passando poi, al posto di Ausonio Franchi, al Diritto, di cui divenne proprietario, e collaborando quindi in altri quotidiani. Eletto nel 1864 deputato per Santhià ed in seguito per i collegi di Novara III, Cuneo III e Cherasco, piccolo, attivissimo, vivace, procacciante, fu uno dei tipi più caratteristici dell’antico centro sinistro piemontese rattazziano. Era versatissimo nelle questioni economiche, ed anche nelle sociali: era polemista vivace, tanto che in un anno, dal 1859 al 1860, il Diritto. che a lui era stato regalato, crebbe così, che egli poté venderlo al sardo deputato Sanna per 72000 lire, che a quei tempi rappresentavano un vero patrimonio. Per la sua attività parlamentare e per la sua competenza fu segretario generale alle finanze con Magliani nel terzo ministero Depretis; poi d’un tratto si dimise, nell’84, e si voltò contro il ministero. Ciò fece rumore, e fu anche l’epilogo della sua carriera politica, la quale ebbe una ripresa dal 1890 al 95, ma senza nuove soddisfazioni. Nel 1900 In nominato senatore, a 70 anni.