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 1916  gennaio 30 Domenica calendario

Noterelle

Ergisto Bezzi. – Mentre tutta l’anima italiana è intesa alla rivendicazione delle terre italiane ingiustamente tenute dal secolare nemico, ancora piantato sui naturali confini d’Italia, a Torino il patriottismo di quelle provincie contese e degl’italiani liberi e coscienti ha festeggiato l’interprete più completo e più puro di quelle idealità costantemente propugnate, Ergisto Bezzi, il trentino ardito, saldo, immutabile che, a 24 anni, cominciò la sua vita di devozione nei Cacciatori delle Alpi, proseguendo costantemente in tutte le successive campagne, e nelle cospirazioni mazziniane, e nelle iniziative garibaldine la propaganda dei fatti, per quelle rivendicazioni, alle quali ora consacra, ottantenne, il fervore del suo pensiero ed il calore dei suoi nobili e sempre giovanili incitamenti.
Chi sia stato, chi sia Ergisto Bezzi, cosa abbia fatto e voluto nella sua lunga vita, culminante in una vigorosa vecchiaia, lo dice un accurato volume – pubblicato appunto nell’occasione dell’ottantunesimo compleanno (16 gennaio) dell’eminente patriotta, ed intitolato – Ergisto Bezzi «Il poema di una vita» (Milano, Sonzogno). – Questo volume, molto lodevolmente compilato da Giuseppe Locatelli-Milesi, a cura di un Comitato del quale interpreta il pensiero, nella chiara e breve prefazione, Terenzio Grandi, è giustamente dedicato ai valorosi – che di lor sangue riconsacrano – a l’Italianità – la Terra Tridentina – continuatoride le geste e de le glorie – garibaldine. Dalla culla di Cusiano è presa la vita di Ergisto Bezzi, seguendola e documentandola passo passo, fino ad ora, che egli vive coerente e fiero, in Torino; e la narrazione di essa si può ben dire la narrazione di tutto il Risorgimento Italiano nel periodo dei fatti risolutivi e della definitiva evoluzione unitaria. La narrazione è fedele e sostanziosa – sono fatti esposti alla luce dei documenti, delle prove: senza troppo sonore e vuote amplificazioni: l’apologia che sorge dai fatti non abbisogna di parole. Diligenti le ricerche; interessanti tutti i documenti, e specialmente l’epistolario, comprendente ben 84 lettere di Mazzini, che ebbe il Bezzi – quanto lo ebbe Garibaldi – carissimo e fidissimo. Una lettera mazziniana relativa alla preparazione dei moti nel Veneto per il Trentino fu pubblicata nell’Illustrazione del 30 giugno 1907, ed un’altra (probabilmente diretta proprio al Bezzi) fu, con questa, pubblicata nelle Commemorazioni del Comandini, entrambe sfuggite al compilatore del Bezzi. Il volume è chiuso da un capitolo soavissimo – il XX – dettato dal prof. Mario Bezzi, nipote di Ergisto, ed intitolato Vita famigliare. Sono pagine, anche queste, che completano la figura del patriotta trentino che, dalla giovinezza prima alla salda vecchiaia, appare alla stregua dei fatti inoppugnabili quello che è – e non frequente a trovarsi – una figura completa ed intera. Il volume è preziosamente illustrato con riproduzioni aventi esse pure valore di documenti.
Ciò che hanno fatto gli inglesi (agosto 1914 – settembre 1915), di Jules Destrée. E l’Inghilterra che fa? Ma dov’è la flotta inglese? Sono domande che si odono di frequente e a cui non sempre si è in grado di rispondere, perché la partecipazione dell’Inghilterra al conflitto – formidabile specialmente perché da l5 mesi tiene in assoluta paralisi ogni traffico marittimo tedesco – non ha avuto finora l’occasione di manifestare in modo appariscente la sua potenza. A queste domande risponde esaurientemente con chiara documentazione di fatti, e con ragionata sicurezza nell’avvenire, il nuovo libro di Jules Destrée, ora pubblicato dalla casa Treves (L. 3); libro che esce in italiano prima che in ogni altra lingua. L’autore, che è deputato di Charleroi alla Camera dei Rappresentanti del Belgio, è popolarissimo in Italia per il suo fervido, instancabile apostolato con discorsi, con articoli, con libri, per la restaurazione di diritto e di fatto del suo nobile e sventurato paese. Ora, con la sua eloquente parola egli vuol far condividere agli italiani la sua fiducia nelle risorse dell’Inghilterra, nella volontà di vincere ad ogni costo che anima quella grande nazione. Il Destrée stima necessario che si rafforzi la fiducia internazionale. Dopo avere esposto nel primo capitolo «come l’Inghilterra, volendo la pace, si è trovata trascinata alla guerra», l’autore ribatte ad una ad una, con solidi argomenti e documenti, le accuse tedesche contro gl’inglesi, quindi passa ad esaminare ciò che ha fatto la Gran Bretagna, – che era assolutamente impreparata alla guerra,–  per mettere in azione la sua immane flotta, per improvvisare l’esercito, e per convertire da un giorno all’altro, si può dire, gran parte delle sue industrie di pace in industrie di guerra. Non si può leggere senza ammirazione e rispetto la descrizione dello sforzo gigantesco compiuto dalla Gran Bretagna nel’conflitto mondiale.
Città sorelle, unite a noi dalla stirpe e dall’affetto, ma tenute finora divise da un geloso prepotente dominio, Trieste, Trento, Pola, Grado, Gorizia, Rovereto, Parenzo, e via, e via, tutte le città delle spiaggie e del monte e delle isole. E con questo titolo, che esprime tutto l’affetto degli italiani per quelle terre, Anna Franchi le illustra in un bel libro pubblicato ora dalla Casa Treves (L. 4). È un bel volume in-8, illustrato da 54 incisioni artistiche, e sarà un dono augurale da offrirsi ai giovani italiani in questa ardente vigilia della patria. La storia, l’arte, la vita, le agitate vicende
di ognuna di queste città alla cui conquista materiale si è accinto il valore del nostro esercito, ma che furono sempre, col desiderio e con l’anima, moralmente e intellettualmente nostre, sono evocate qui dalle epoche leggendarie fino ad oggi in pagine ricche di coltura e di erudizione, eppure scritte con elegante sveltezza, con vivace colorito. Noi assistiamo allo svolgersi degli avvenimenti attraverso ai quali, sempre più sicura, sempre più indomabile, si afferma la coscienza nazionale di quelle popolazioni. Un soffio di fervida italianità pervade tutto il libro, cui aggiungono pregio le splendide numerose illustrazioni, dove ci sorridono tutti gli aspetti di latina e veneta bellezza delle terre contese, dalla romana cattedrale di San Giusto, alla veneta Loggia di Traù, dalla squisita grazia del Palazzo Comunale di Capodistria, alla maestà poderosa del Castello del Buon Consiglio, in Trento.