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 1916  gennaio 30 Domenica calendario

La guerra d’Italia

(Dai Bollettini Ufficiali) Le operazioni dal 17 al 23 gennaio
In Valle Chiese nel pomeriggio del 17 l’artiglieria nemica provocò un lungo incendio subito circoscritto. Per rappresaglia una nostra batteria bombardò Strada che risultava occupata dall’avversario.
Anche in Valsugana a tiri nemici su Borgo rispondemmo bombardando la stazione di Caldonazzo ove era segnalato un movimento di treni.
Nel settore di Tolmino la notte sul 18 un riparto nemico tentò l’attacco di un nostro trinceramento sull’altura di Santa Maria. Fu respinto e lasciò 30 cadaveri sul terreno.
Nella stessa notte, nella zona tra la quota 188 ed Oslavia, nuclei nemici tentarono di avvicinarsi alle nostre posizioni. Il fermo contegno delle nostre truppe, che non si lasciarono trarre in inganno da false grida lanciate dall’avversario, valse a respingere prontamente il tentativo.
La notte sul 16 arditi nuclei di nostri skiatori, raggiunto tra ghiacci e nevi altissime il Passo della Sforzellina alla sorgente del Noce, ad oltre 3000 metri di elevazione, si calarono nell’alta valle del Monte. Ivi, benché fatti segno a fuoco nemico, distrussero per mezzo di mine due blockhouse a tre chilometri circa ad est del Passo, ritornando poi incolumi nelle linee.
In Valle Lagarina nella giornata del 17 le nostre truppe, nonostante il fuoco violento di artiglierie nemiche, riuscirono ad ampliare la linea di occupazione sulle alture a nord di Mori.
Lungo il rimanente fronte azione in prevalenza di artiglieria.
Un velivolo nemico comparve il 19 su Udine, e, scacciato dai tiri delle nostre artiglierie controaeree, lanciò da grande altezza due bombe che caddero nei pressi della città. Nessuna vittima e nessun danno.
Nella zona della Tofana (Alto Boite) un nostro reparto costrinse il 20 nuclei nemici a ritirarsi dopo avere inflitto ad essi gravi perdite.
Sul Medio e Basso Isonzo la nebbia ostacolò il 20 l’attività delle artiglierie. Intenso fu invece lo scambio di bombe diretto sopratutto a disturbare i lavori di rafforzamento nelle opposte linee.
Lungo tutto il fronte il 21 azione intermittente delle artiglierie. Quella nemica provocò qualche danno negli abitati specialmente in Valsugana. La nostra diroccò l’albergo di Lavarone occupato dall’avversario e disperse riparti nemici in Valle San Pellegrino (Torrente Avisio) e a Corvara (Torrente Cader).
Nella zona di Plezzo e sullo Sleme (Monte Nero) piccole azioni di fanteria terminate con nostro successo.
Sul Carso un nostro riparto, spintosi verso le linee dell’avversario per molestarlo e disturbarne i lavori di afforzamento, riuscì ad impadronirsi di fucili, attrezzi da lavoro e bombe a mano.
Un velivolo nemico lanciò bombe su Dogna (Alto Fella) senza alcun nostro danno.
Sulle pendici del Nozzolo, in Giudicaria, e a nord di Mori, in Valle Lagarina, nuclei nemici, che tentavano di avvicinarsi alle nostre posizioni, furono il 22 contrattaccati e respinti.
Borgo, in Valsugana, fu ancora fatta segno a bombardamento di artiglieria e di un velivolo: di rimando, una nostra batteria tirò sulla stazione di Caldonazzo danneggiandone il fabbricato.
Nostri reparti di fanteria avvicinatisi ai trinceramenti del Lagazuoi (zona di Falzarego) e di Monte Piana (Alta Rienz) vi lanciarono bombe sconvolgendoli.
Per rappresaglia all’incursione su Dogna, una nostra batteria tirò alcuni colpi su Tarvis.
Nebbia fitta lungo l’Isonzo ostacolò l’azione delle artiglierie. Fu respinto un piccolo attacco nemico nel settore di Santa Maria.
In Valle Lagarina, nella giornata del 22, si ebbero piccole fortunate azioni offensive della nostra fanteria sulle pendici a nord di Mori.
Nella zona di riva sinistra dell’Adige il nemico aprì un fuoco intenso di fanteria e di mitragliatrici contro le nostre posizioni sulle propaggini settentrionali di Zugna Torta, senza però pronunciare alcun attacco né arrecarci danni.
In Valle di Sexten, il giorno 23, la nostra artiglieria bombardò Moos scacciandone le truppe nemiche che lo occupavano.
L’attività di nostri nuclei di fanteria nella Conca di Plezzo e nel settore di Tolmino tenne il nemico in continuo allarme e lo obbligò a sospendere lavori di afforzamento. Furono anche presi alcuni prigionieri.
Nel pomeriggio del 23 le batterie nemiche dalle falde settentrionali del monte San Michele aprirono improvviso e violento fuoco contro le nostre posizioni di Monte Fortin a nord-est di Gradisca. Un rapido ed intenso concentramento di fuoco delle nostre artiglierie dai settori circostanti, in meno di un quarto d’ora, costringeva le batterie nemiche al silenzio.