la Repubblica, 1 luglio 2016
Forse Confalonieri non lavora più per Berlusconi, ma per Grillo
Nella grande confusione del momento per fortuna arriva Fedele Confalonieri a restituirci un poco di bussola, la chiave di lettura di un presente scarabocchiato e di un futuro illeggibile. Serve un nuovo patto del Nazareno, dice in sintesi il vecchio scudiero, per fermare i Cinquestelle. Serve anche, dice, che Silvio risorga e ci conduca tutti in salvo: ma qui siamo, più che al pensiero magico, alle Sacre Scritture, e invece stavamo parlando di politica… Al netto dell’alzati e cammina, ecco uno scenario chiaro, finalmente. Se l’alleanza strategica proposta da Conf andasse in porto, il Pd perderebbe un paio di milioni di voti. Il centrodestra un altro paio di milioni. Tutti e quattro i milioni di voti andrebbero a Grillo, che potrebbe presentare ai suoi elettori inferociti, e a quelli degli altri sgomenti e disgustati, la prova provata che il patto di regime esiste davvero, che il pidì e il pidimenoelle sono effettivamente due facce della stessa medaglia, che la sola forza politica “diversa dalle altre” è la sua. Ripensando alle sciagure provocate, nel nostro paese, dalla furbizia consociativa, e a quanto la politica sia sfilacciata e impopolare anche a causa del suo sembrare e a volte essere una corporazione di finti diversi e di veri complici, viene il sospetto che Conf lavori non più per Silvio, ma per Grillo.