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 2016  giugno 28 Martedì calendario

Le blue chip dell’arte resistono bene

Il test di ieri sera a Londra da Phillips ha dato un segnale incoraggiante: le opere d’arte del XX secolo e contemporanee hanno fatturato 11,9 milioni di sterline, sfiorando le stime minime e vendendo i due terzi dei lotti (nessuna ritirat0) con buoni risultati per Kiefer e Stingel. La settimana dedicata alle aste d’arte del dopoguerra e contemporanea culminerà con l’appuntamento di giovedì 30 da Christie’s con il catalogo «Defining British Art» e la verifica della tenuta del mercato: la domanda sui capolavori di Richter (da Sotheby’s) Moore e Bacon (Christie’s)oltre i 15 milioni di sterline ci dirà se le blue chip dell’arte vengono ancora considerate una riserva di ricchezza a lungo termine contro la volatilità dei mercati finanziari e delle valute. Insomma se l’arte rappresenta un’asset class, nonostante la correzione dell’arte da inizio anno, la lentezza degli scambi ad Art Basel e la fine di una fase speculativa concentrata, soprattutto, sui giovani artisti. I capolavori proposti il 21 giugno da Sotheby’s hanno confermato la tenuta del segmento oltre i 10 milioni di sterline con una forte domanda su Modigliani e Picasso (che hanno realizzato l’82% del valore d’asta). 
Di sicuro l’effetto Brexit sulla sterlina sta producendo due affetti contrapposti: sin dalla scorsa settimana ha spinto i venditori da Christie’s a ritirare ben tre opere milionarie (due Picasso e un Magritte) per non subire gli effetti della svalutazione della sterlina o l’ulteriore correzione del mercato (l’asta ha fatturato sotto le stime basse). Dimostrando così che Londra potrebbe in futuro avere un problema di approvvigionamento di opere. D’altro canto può diventare una piazza particolarmente attraente per compratori con valute forti come dollaro e yen. Insomma questi giorni ci diranno se l’arte, nonostante le incertezza, continua ad essere un bene rifugio così come l’oro. Un test ulteriore ci sarà la prossima settimana con i cataloghi molto ricchi dei maestri antichi: sotto il martello con stime fino a 6 milioni di sterline da Christie’s opere di Rubens (stima a richiesta) e da Sotheby’s tele di Liotard e Vernet. Di certo in tutti gli incanti l’incertezza penalizzerà le opere offerte nella fascia di prezzo sotto il milione, la cui tenuta futura è molto meno prevedibile. Se le aste fotografano il trend dei prezzi nel breve, tutti si domandano cosa cambierà nel lungo termine per la prima piazza europea dell’arte con il 21% degli scambi mondiali e il 64% di quelli europei, nonché porta d’ingresso alla Ue con il 24% delle importazioni globali?