MilanoFinanza, 28 giugno 2016
Rcs, continua la partita tra Cairo e Bonomi
Rcs Mediagroup snobba l’effetto-Brexit e corre (+5%) a quota 0,80 euro. Issandosi al prezzo indicato venerdì 24 dalla nuova offerta cash della cordata composta dal fondo Investindustrial di Andrea Bonomi, Diego Della Valle, Mediobanca, Pirelli e UnipolSai (questi ultimi quattro soci sommano già il 22,6% del capitale del gruppo editoriale). Del resto, il consensus degli analisti è a 0,81 euro, la valutazione del perito indipendente nominato dalla società guidata dall’ad Laura Cioli è di 0,95 euro, Mediobanca Securities (Piazzetta Cuccia oltre che azionista è pure l’advisor dell’opa) ha un target price di 0,96 euro ed Equita sim (è advisor della Cairo Communication assieme a Banca Imi) nei giorni scorsi aveva elevato il prezzo a 1,03 euro.
E che ci siano movimenti sul titolo dell’azienda di via Rizzoli, proprietaria tra gli altri asset del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, lo dimostrano gli scambi: è passato di mano quasi il 2% del capitale. Mentre invece restano basse le adesioni alle due offerte concorrenti che si concluderanno il 15 luglio. All’opa della cordata Bonomi&C, nonostante il rilancio, ieri sono state apportate solo 9.676 azioni, per un totale di azioni pari allo 0,0088%. Va un po’ meglio l’ops (0,16 azioni Cairo Communication per 1 azione Rcs ): sono state apportate solo ieri 19.685 azioni per un totale pari allo 0,18%. Comunque i target per il successo delle due proposte (66,7% per l’opa, 50% più una azione per l’ops) sono ancora lontani.
Anche perché si aspettano altre novità. Ma ora, e fino a venerdì 1, la palla è solo nella mani del patron di La7 e del Torino, che può migliorare anche la sua offerta carta-contro-carta. Al momento non si conoscono le decisioni dell’editore piemontese che, però, potrebbe anche scegliere di non giocare al rialzo -se dovesse portare l’ops a un concambio di 0,2 azioni per 1 titolo Rcs rischierebbe di diluirsi significativamente nel capitale del suo gruppo, scendendo sotto il 30% e mettendosi così nelle condizioni di potere essere attaccato o scalato – ma di puntare tutto sull’aspetto industriale della sua proposta di condivisione del progetto di ristrutturazione del gruppo di via Rizzoli, sulla fusione e sul dividendo straordinario (20 milioni) in caso di insuccesso dell’ops. L’alternativa è che Cairo decida di non giocare più da solo questa partita, che per ora vede in vantaggio Bonomi&C, ma che cerchi un alleato finanziario.