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 2016  giugno 26 Domenica calendario

Andare in spiaggia sul Po

Un vento leggero scuote i salici. «Il Po è un amico ritrovato. L’avevamo dimenticato, il nostro fiume. Solo un’occhiata quando si passava sul ponte. E pensare che su questa riva i nostri nonni ed i nostri padri ci passavano l’estate. Arrivavano da Cremona e da Piacenza, a fare il bagno, mangiare gnocchi o per ballare alla sera. La chiamavano la Rimini del Po. Ecco, un pezzo l’abbiamo ricostruito. Si chiama Ponticello beach». Bambini che giocano su castelli di legno e altalene, ragazzi sul campetto da beach volley, signore sui lettini a prendere il sole. «L’abbiamo fatto – racconta Luciano Zanchi, che è presidente di Assointrattenimento in Confindustria – per due motivi. Uno: io e altri tre imprenditori siamo egoisti e volevamo un luogo bello dove trovarci, senza correre in macchina a Forte dei Marmi o a Riccione. Due (questo il motivo vero): ci sono famiglie che non hanno soldi per le vacanze dei figli e qui possono portarli senza spendere. A noi gli affari sono andati bene. Restituiamo, come si dice, qualcosa al territorio».Il Po è ancora alto, dopo le piogge di giugno. «Fra una settimana o due ci saranno altri cento metri di spiaggia e anche lì metteremo gli ombrelloni. E faremo tutto il possibile perché si possa fare il bagno». La “Rimini” senza tuffi sarebbe triste. Ma qui – come canterebbe Iva Zanicchi – ci sono “la riva bianca e la riva nera”. «In riva destra, dove siamo noi – racconta il sindaco di Castelvetro, Luca Giovanni Quintavalla – secondo l’Arpa dell’Emilia Romagna il Po non è balneabile. In riva sinistra, secondo l’Arpa della Lombardia, si può invece fare il bagno. Da notare che di là hanno il permesso di nuotare ma non ci sono le spiagge mentre qui ci sono la sabbia ma anche i cartelli con il divieto di balneazione. Ho chiesto un incontro con le due Arpa. Per risolvere il problema basterebbe un po’ di buon senso. Almeno lo spero».«E noi saremmo prontissimi», raccontano al Ponticello beach. «Negli anni d’oro – dice Giuseppe Orlandelli, 88 anni, detto Pino il barcaiolo – ho fatto il bagnino. C’era un recinto di corde per i bambini e io in barca sorvegliavo che nessuno uscisse. Se un bimbo si avvicinava alle corde, con un bastone picchiavo sulla sponda della barca e quello guizzava via come un pesce». Qualche boa per sostenere le corde (anche quelle lontane dalla rivaper gli adulti) e tutto potrebbe ricominciare.«Ma lo sa – racconta Maria Telli («l’età non gliela dico»), titolare del bar Ponticello, ultimo pezzo dell’antica “Rimini” – che in quel tavolo lì era seduta la Mina, sì, quella che sarebbe diventata famosa. Era una ragazzina bellissima e bravissima. Veniva a cantare nella nostra balera. Ma lo sa cos’era il Ponticello allora? Verso il ponte c’era il bagno di Bortolo, poi c’era quello di Satana e qui c’eravamo noi. Per darle un’idea: fra le mille e le duemila persone, solo nel nostro bagno». Fine anni ’50, primi anni ’60. «Vendevamo 1.000 gazzose al giorno, 15 lire l’una. Ogni giorno arrivava il furgone dei gelati, soprattutto per i ghiaccioli. All’inizio i clienti arrivavano con i loro ombrelloni poi li abbiamo messi noi. Per l’ombra abbiamo messo anche le tende. Non si pagavano, tende e ombrelloni. I soldi li facevamo con il bar e con la cucina. Centinaia di piatti di gnocchi di patate, al pomodoro o al ragù. Per darle un’idea, fra bagnini, baristi e personale di cucina qui lavoravano venti persone».Al “tavolo della Mina” adesso si beve bonarda e si mangiano panini. «Venivano tanti giovani, in bicicletta o in motorino e quando c’era il ballo si stava aperti fino alle 2 di notte». «Nascevano anche tanti amori», ricorda Rossana Toninelli, al sole del nuovo Ponticello Beach. «Mia sorella Ileana fu eletta Miss Ponticello. Quella notte c’era la fila fino al ponte per Cremona». Si ballerà anche qui, tutta l’estate, sotto il salici del nuovo Ponticello. «Nessuna tessera o quota, possono entrare tutti», dice Luciano Zanchi. «Una sola regola: il rispetto degli altri. Siamo un’associazione culturale senza scopo di lucro. Abbiamo investito 200.000 euro – che non vogliamo recuperare – per fare rivivere un ricordo». C’è il ristorante con le acquadelle fritte, grigliate, spiedini. Prezzi dai 7 ai 10 euro. Un lettino con ombrellone costa 2,5 euro al giorno. A settembre tutto sarà smontato, fino alla prossimaestate. Presto arriveranno anche le biciclette – messe dal Comune – per chi vorrà fare la strada sull’argine e nelle golene. Come un tempo, quando si andava al Po per stare in compagnia della morosa, fare il bagno o pescare una tinca per la cena. Il vento leggero per fortuna porta via l’afa. «Lo sa – dice Maria Telli – che la Mina, quando veniva a cantare, era sempre accompagnata dai genitori? Era così giovane…».