Corriere della Sera, 24 giugno 2016
l’Associazione Italia-Urss esiste ancora?
A proposito della sua citazione dell’Associazione Italia-Urss, ricordo come negli Anni 60/70 fosse attivissima. L’ho utilizzata anch’io per la mia tesi di laurea: lo fece gratuitamente e senza mai farmi pressioni di carattere politico. L’associazione ha sempre avuto scopi solo culturali? Esiste ancora?
Caro Massa,
L e «Associazioni d’amicizia» con Paesi stranieri sono il mezzo di cui la Russia sovietica si servì sino dal 1925 per rompere l’assedio delle «potenze capitaliste». Per la verità il Paese dei Soviet era già riuscito a stabilire rapporti diplomatici con alcuni Stati europei (fra cui Gran Bretagna e Italia nel 1924), ma era pur sempre visto con grande diffidenza da chi temeva, non senza qualche ragione, che Mosca si servisse delle relazioni culturali per operazioni di propaganda e reclutamento.
Tutte le associazioni facevano capo a una sorta di ministero della Cultura sovietica all’estero che venne chiamato Voks, acronimo russo di «Associazione pan-unionista per le relazioni culturali con i Paesi stranieri», e fu affidato alle cure di una delle donne più potenti del sistema sovietico: Olga Davidovna Kameneva, sorella di Trotskij e moglie di Lev Kamenev, autorevole rivoluzionario della prima ora. Olga conservò l’incarico sino alla crisi dei rapporti di Trotskij con Stalin, perdette il marito e i figli nelle purghe degli anni Trenta, fu arrestata e incarcerata, venne uccisa in una foresta, insieme ad altri 160 prigionieri, nel settembre del 1941, quando il padrone del Cremlino, dopo l’invasione tedesca, decise di eliminare i potenziali oppositori di cui la Germania avrebbe potuto servirsi per creare un movimento collaborazionista.
Ma Voks sopravvisse e mise a segno qualche buon risultato invitando in Unione Sovietica grandi personalità della cultura europea come George Bernard Shaw e André Gide. Non sempre, tuttavia, il personaggio invitato rispose alle aspettative dell’invitante. Il commediografo britannico fu affascinato da Stalin e lo difese anche durante le grandi purghe; mentre il romanziere francese, al ritorno in patria, scrisse un breve libro in cui manifestava dubbi e perplessità.
Naturalmente le Associazioni d’amicizia furono particolarmente utili all’Urss nei Paesi in cui potevano contare sull’esistenza di un forte Partito comunista. È il caso dell’Italia dove il pragmatismo del Pci, nelle sue fasi migliori, riuscì a fare dell’associazione italiana un buon tramite anche per le relazioni economiche. Non è sorprendente che il suo ramo milanese sopravviva oggi sotto la presidenza di una persona, Gianni Cervetti, che fu amico di Gorbaciov negli anni in cui erano entrambi studenti all’Università di Mosca, e che ha recentemente pubblicato le sue memorie presso Bompiani con un titolo ironico e accattivante: Compagno del secolo scorso.