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 2016  giugno 23 Giovedì calendario

L’Italia in 140 caratteri. Scrive Claudio: «Vorrei sapere come effettuate le statistiche, io lavoro con un voucher da 8 ore al mese, cosa sono: occupato o disoccupato?». Risponde l’Istat «È considerato occupato se nella settimana di riferimento dell’indagine ha lavorato almeno un’ora»

Curioso, dovevano essere normali elezioni comunali, se volevamo essere politicamente sofisticati potevamo chiamarle di middle term, ma nulla più, giustamente così le battezzò Renzi, la partita on/off disse era quella del referendum di ottobre. Invece no, qualcosa è successo, sia a sinistra che a destra. La prima sensazione strana l’ho provata su di me, ho sentito il bisogno di andare a votare: erano anni che non lo facevo per le comunali, per le politiche utilizzavo le poste, eppure ho cambiato i miei programmi, sono andato all’anagrafe, mi hanno «tesserato», percepivo che sarebbe successo qualcosa, non potevo mancare.
Prima ho incontrato amici della Torino che conta, abitano nei tre quartieri (Centro, Crocetta, Oltre Po/Collina) ove c’è il 90% della ricchezza e il 100% del potere (Pci-Fiat-San Paolo, intatto dal ’68), diventate curiosamente «rosse», mentre tutte le altre periferie (povere) si erano fatte pentastellate. Eppure, i miei amici erano tranquilli, solo seccati che uno dei boss locali, certo Salza, avesse paventato, ad alta voce, la fine di Torino (sic!) se avesse vinto Appendino. Non si attendevano cosa sarebbe successo la domenica, in verità neppure io. Mi domando, dopo Torino, questo Pd e Renzi sono due anatre zoppe?
Ho scritto più volte che mi sarebbe piaciuto vivere abbastanza per vedere la fine di questo establishment che sopporto da 70 anni, per fare il paio con la caduta, nel ’47 col referendum, dell’establishment agricolo-monarchico-fascista, sostituito dal nuovo «industrial-azionista». Questi, accoppiatosi nel tempo al Pci, hanno creato un nuovo profilo di ircocervo taurinense, che con Chiamparino, raggiunge il nirvana: sindaco-superbanchiere-governatore, rimanendo (a parole) orgogliosamente comunista. Ora è toccato a loro, per me è normale fisiologia, per loro, non abituati a essere minoranza, un dramma.
Dopo l’uppercut pentastellato a Fassino, i più colti di costoro hanno elaborato analisi ad alto contenuto politologico, lo confesso, troppo sofisticate per me, il mondo è più semplice di come lo fanno costoro, ovvio, non lo conoscono. Le periferie torinesi sono nate con due caratteristiche: onestà e disciplina degli abitanti, innata capacità di integrazione. Sono state loro ad assorbire (chapeau!) la grande immigrazione degli anni ’50-’60, riconoscevano un solo «padrone», il professor Valletta, implacabile ma onestissimo (altro che bonus e stock option legati a obiettivi truffaldini autoassegnatisi, morirà con un piccolo patrimonio da borghesuccio, lasciato a un ospedale), chiedeva molto ma dava molto (gli operai Fiat erano classe media, il mio salario era il doppio dell’impiegato comunale), il rapporto era duro ma trasparente, eravamo convinti di ricostruire l’Italia.
Gli ircocervi attuali sono tutt’altra cosa, nati come comunistelli di sezione, si sono via via trasformati in liberisti d’accatto, ripetendo pappagallescamente concetti neppure assimilati. Nei pentastellati, le periferie hanno visto i loro figli, forse non preparati a governare, ma onesti, capaci di analisi non convenzionali, soprattutto sinceri. Onestà e sincerità sono stati i due differenziali che hanno spazzato via la guardia imperiale (il Pd di Fassino) dell’Establishment torinese. Alcuni segnali deboli.
1 Se prendi il tram 3 alle Vallette (periferia estrema), che lor signori chiamano «metropolitana leggera», attraversi tutta la città, incontri un ventaglio di tinte, tutte le classi sociali, salvo una, percepisci una quantità di problemi irrisolti, se non ti hanno derubato nel viaggio, arrivi al capolinea di piazza Hermada (sei ai piedi della Collina, non più case, solo ville). Se vivi in collina la tua speranza di vita è di 7 anni più alta che alle Vallette (parola di epidemiologo). Un’avventura che consiglio, passi un’ora in tram, e capisci 70 anni di successi (prima) e di degrado (poi) della tua città.
2 Come può un partito che si dichiara di sinistra proporre a un operaio di andare in pensione un paio d’anni prima purché si indebiti per vent’anni con una Banca simil Etruria? Come si può pensare una tale idiozia?
3 Riporto un tweet, trovato in rete, di certo Claudio Pellegrini inviato a Istat: «claudio301065 @istat_it vorrei sapere come effettuate le statistiche, io lavoro con un voucher da 8 ore al mese, cosa sono: occupato o disoccupato?» Risposta Istat «@claudio301065 è considerato occupato se nella settimana di riferimento dell’indagine ha lavorato almeno un’ora».
Lo storytelling del monti-renzismo, del job act, delle loro ridicole riforme, degli indici Istat manipolati, è tutta lì, sintetizzata in 140 caratteri. Anatre zoppe?