Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  giugno 23 Giovedì calendario

Vuole sapere chi è suo padre e ammazza la madre

Per quasi dieci ore ha cercato di reggere all’interrogatorio di pm e poliziotti, ripetendo come un ossesso la sua verità: «Mia madre è stata uccisa da un ladro entrato in casa con le chiavi che lei aveva perso. Mancano pure i soldi che aveva ritirato qualche giorno fa al bancomat». Nessuno ha però creduto a Lorenzo Borghi, 24 anni, studente di Scienze statistiche alla Sapienza («Ho due lauree e lavoro da Cepu», amava invece spiegare a chi lo incontrava), ma lui se n’è reso conto solo nel primo pomeriggio di ieri, quando ha confessato, fornendo anche il presunto movente: «La odiavo da anni, mi nascondeva tutto, anche chi fosse mio padre». Lorenzo porta infatti lo stesso cognome della madre Paola, 65 anni, ex funzionaria della Asl Rm/A, trovata senza vita dalla polizia alle 5 di ieri mattina nella sua camera da letto in un appartamento di via Enea 53. «Il padre è andato via quando Lorenzo aveva solo due anni», conferma un vicino nel palazzo all’Alberone, popolare rione sull’Appia. A chiamare il 113 è stato proprio il figlio: «L’ho trovata sul pavimento con un cuscino in faccia. A svegliarmi sono stati strani rumori, ho pensato fossero i ladri», ha detto in un primo momento il ragazzo, che ora si trova a Regina Coeli accusato di omicidio volontario. Gli investigatori della Squadra mobile hanno trovato tracce di sangue nell’appartamento che potrebbero far pensare anche a un’aggressione, sebbene la prima ipotesi in attesa dell’autopsia sia quella di una morte per soffocamento, proprio con il cuscino. Il figlio le ha poi stretto una molletta al naso: forse, nella sua follia, voleva fermare il sangue. Il movente legato al padre è ora al vaglio della polizia: alcuni inquilini avrebbero riferito di aver udito una lite e grida provenire dall’appartamento all’interno 24. Non si esclude per quella somma di denaro. «Ho sentito tonfi, poi lui che urlava “Mamma, mamma!”», ricorda una giovane residente. Madre e figlio, secondo chi li conosceva, apparivano molto legati. «Paola era una persona colta, sensibile. Non era difficile vederla seduta di mattina ai tavolini di un bar per leggere un libro o i giornali», racconta un negoziante della zona. Impegnata politicamente a sinistra, aveva anche partecipato ad alcune iniziative nel quartiere. «Quel figlio l’ha cresciuto da sola. Un bravo ragazzo, ma si vedeva che soffriva per la mancanza del padre e che aveva qualche problema: a volte il suo sguardo ti metteva paura», rivelano al bar sotto casa.