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 2016  giugno 22 Mercoledì calendario

I cinque italiani che vogliono conquistare Marte

Il progetto ha un nome storico e bene augurante: Gemini. Il riferimento è al programma della Nasa che a metà Anni 60 spalancò le porte al Programma Apollo per la conquista della Luna. Ora un altro Gemini punta a fare da apripista per la conquista umana di Marte: è una gara promossa dalla Mars Society, presieduta da Robert Zubrin, che si terrà a Washington dal 22 al 25 settembre. Saranno protagoniste 10 squadre di studenti universitari di mezzo mondo, compresa una italiana, il «Fato Mars Team», composta da cinque ragazzi del corso di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Torino. 
I cinque sono Gianluca Benedetti, Erik Garofalo, Francesco Marino, Luigi Mascolo e Dario Riccobono. «Abbiamo pensato a tutti gli aspetti, dalla protezione dalle radiazioni ai sistemi bio-rigenerativi», spiega Marino. Tutto deve basarsi su tecnologie credibilmente disponibili entro la data di lancio. «Il modulo abitativo sarà gonfiabile – aggiunge Riccobono -, con 330 metri cubi di volume», mentre la finestra di lancio è per il luglio 2020, con rientro nel febbraio 2022. Una missione di 584 giorni, con un fly-by di Marte. Niente atterraggio, ma un sorvolo ravvicinato.
«Quanto ai mezzi, l’opzione sono due lanciatori Falcon Heavy di SpaceX – sottolinea Mascolo -: uno porterà in orbita il modulo gonfiabile e quello con i rifornimenti, sul modello del Cygnus costruito da Orbital Atk e Thales Alenia Space, mentre l’altro la capsula con due astronauti». Anche il ritorno è stato studiato per ridurre la permanenza degli astronauti nello spazio. «Abbiamo previsto un fly-by con Venere – chiarisce Garofalo – e, quando l’astronave arriverà in prossimità della Terra, compirà delle manovre di “aerobraking” per attraccare alla Stazione Internazionale». E i costi? Risponde Benedetti: «Un miliardo e mezzo di dollari, un prezzo ragionevole».