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 2016  giugno 22 Mercoledì calendario

Boris Johnson vs Sadiq Khan, l’ultimo duello su Brexit tra l’ex e l’attuale sindaco di Londra

Come se fosse una partita, la campagna per il referendum finisce allo stadio, con l’ultimo dibattito televisivo trasmesso in diretta da Wembley: in campo, è il caso di dire, davanti a 6 mila spettatori dal vivo e a milioni davanti al video, il sindaco laburista della capitale Sadiq Khan e l’ex-sindaco conservatore Boris Johnson, il primo schierato per “Remain” ovvero per il sì all’Unione Europea, il secondo per “Leave” (lasciare, andarsene) ossia per Brexit (Britain exit – sottinteso dalla Ue). «Gli immigrati fanno bene a questo paese, pagano le tasse, ci arricchiscono in tutti i sensi, non lasciatevi spaventare, lasciatevelo dire da un figlio di immigrati», afferma Khan. E Johnson, per una volta sulla difensiva, è costretto ad ammettere che il controverso poster anti-immigrati presentato da Nigel Farage, leader dell’Ukip, il partito anti-europeo suo alleato nella campagna referendaria, lo ha messo “molto a disagio”; e che farebbe “mea culpa” pubblicamente, se Brexit provocasse, come molti temono, una recessione. Sulle stime si sono esercitati in molti, il Fondo monetario ha previsto un calo del Pil tra il 2 e il 4,5%, l’Ocse fino al 5% mentre il ministero del tesoro britannico si è fermato al 3,6% in due anni.L’ultimo duello tivù, andato in onda ieri sera sulla Bbc, è preceduto dall’ultimo appello alla nazione da parte di David Cameron: il primo ministro, che ha voluto il referendum ma ora si batte per restare in Europa, lo pronuncia davanti al numero 10 di Downing street, un palcoscenico drammatico, usato per dichiarazioni di guerra e annunci straordinari. «Ci aspetta una scelta cruciale», afferma il premier. «Se voterete per rimanere nella Ue, la nostra economia sarà più forte, se voterete per lasciarla, sarà più debole. Non mettete a rischio la stabilità e la sicurezza del nostro paese. E ricordate che sarà una scelta irreversibile, proteggete i sogni e le speranze dei vostri figli». Un monito evocato dal finanziere George Soros, che avverte: «Se giovedì la Gran Bretagna vota per Brexit, venerdì diventerà un Black Friday», un giorno di crolli sui mercati.Ci sarebbero conseguenze negative anche per l’Italia: con Brexit, le nostre esportazioni verso il Regno Unito calerebbero dell’1-2 per cento nel 2016 e del 3-7 per cento (600-1700 miliardi di euro) nel 2017, calcola un rapporto Sace, l’agenzia di credito per le esportazioni del governo italiano. E Mauro Moretti, ad di Leonardo-Finmeccanica, prevede riduzioni degli investimenti in Gran Bretagna in caso di uscita dalla Ue.Intanto arriva l’ultimo sondaggio: pubblicato dalDaily Telegraph, predice la vittoria di “Remain”, 53 a 47 per cento. Sembra la conferma del “sorpasso” su Brexit già indicato dai rilevamenti dei giorni scorsi e causato, come sostiene fra gli altri la premier del governo autonomo scozzese Nicola Sturgeon, “dall’assassinio di Jo Cox”, la deputata laburista filo-europea che si batteva per gli immigrati, uccisa da un fanatico al grido nazionalistico di “Britain first”. Concorda Brendan Cox, il marito della vittima: «Jo è stata ammazzata per le sue idee politiche». Per “Remain” si schiera anche il più famoso calciatore inglese, David Beckham: «Ho giocato a Manchester, Madrid, Parigi, Milano, lo United era più forte grazie ai giocatori europei, viviamo in un mondo interconnesso in cui siamo più forti restando insieme». E sua moglie Victoria nega di avere idee differenti: una sua dichiarazione vecchia di vent’anni, fatta circolare dal fronte del Brexit, «era riferita soltanto alla scelta di mantenere la sterlina come nostra valuta, anch’io come David sono per restare nella Ue». In compenso un giornale pro-Brexit, il Telegraph, spara la notizia che è per Brexit la regina Elisabetta: il suo biografo Robert Lacey rivela che recentemente la sovrana ha l’abitudine di chiedere agli ospiti invitati alla sua tavola, «ditemi tre ragioni per restare in Europa». Buckingham Palace smentisce: Sua Maestà è «politicamente neutrale». Del resto tre mesi fa un altro quotidiano euroscettico, il Sun, era stato condannato a ritrarre, perché falsa, l’affermazione secondo cui Elisabetta è pro-Brexit. Ma sono le ultime cartucce della battaglia. Domani si vota.