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 2016  giugno 21 Martedì calendario

Dopo il ballottaggio tutti all’ospedale. L’editoriale di Travaglio

Dopo la notte dei ballottaggi, le autorità sanitarie segnalano un improvviso sovraffollamento nei Pronto soccorso di tutta Italia. Vediamo la situazione, ospedale per ospedale.
San Matteo. Ricoverati d’urgenza Matteo Renzi, Matteo Orfini e Matteo Salvini. Ai primi due sono stati diagnosticati traumi cranici plurimi, dovuti al fatto che si davano testate a vicenda in largo del Nazareno, urlandosi contro: “Mortacci tua, se non mi facevi cacciare Marino, a quest’ora avremmo ancora il sindaco di Roma!”,”Zitto, o grullo, che mi avevi suggerito Giachetti, dico Giachetti, come nome vincente!”. “Maddeché, l’hai voluto tu, quella volta che giocavamo alla Playstation!”. “E comunque è solo un voto locale, senza ripercussioni nazionali!”, “Ma stattezzitto, che peccorpa tua me soffatto menà pe’ strada, ala festa d’a Tasi me volevano pure carcerà!”. Il terzo, Salvini, le testate le batteva da solo contro il muro, ripetendo frasi sconnesse sui negher, le ruspe, le felpe, Le Pen e Trump a cui i sanitari non sono riusciti a dare un senso compiuto. Renzi ha poi chiesto di essere trasferito al San Raffaele, dove dice di avere un vecchio amico ricoverato.
Santi Ignazio e Massimo. Un uomo con la barba e uno coi baffi, risultati positivi alla prova del palloncino per aver ingurgitato ingenti quantitativi di alcol, sono stati rinvenuti privi di conoscenza nell’estrema periferia di Roma. L’uno vagava senza meta, zigzagando a bordo della sua bicicletta con una fascia tricolore a tracolla che s’era inceppata nella catena, l’altro faceva il trenino da solo e intonava caroselli carioca tipo “Brigitti Bardòbardò” con una lingua di Menelik in bocca. I due sono poi risultati essere un affermato chirurgo di nome Marino Ignazio e un ex premier di nome D’Alema Massimo.
San Francesco Gaetano. Il noto costruttore ed editore romano Francesco Gaetano Caltagirone ha perso i sensi alle ore 23 e un minuto di domenica, mentre ascoltava gli exit poll in tv. Aveva appena vergato di suo pugno – dopo gli ormai leggendari “Giachetti, rimonta legata ai municipi” e “La tela del premier per Roma. Ora un fronte civile per salvarla” – il nuovo titolo di prima pagina del Messaggero, “Roma a Cinque Cerchi”, subito corretto da un improvvido redattore in “Roma a Cinque Stelle”. Le sue ultime parole sono state “Olimpiadi!”, “Tor Vergata!”, “Metro C!”, poi più nulla. I medici hanno comunicato ai barellieri, Luca di Montezemolo e Giovanni Malagò, che la prognosi è riservata fino al 2024, poi il paziente si riprenderà.
Santa Debora. Anche la governatrice del Friuli Venezia Giulia, nonché vicesegretaria Pd, Debora Serracchiani non ha retto ai risultati dei ballottaggi. Uscita dalla Regione armata di smarphone, tra due ali di elettori di destra festanti per l’insperata resurrezione a Trieste e Pordenone, la donna ha continuato a inviare sms anonimi con scritto “Domenica si vota. Raggi ha mentito e risponderà in tribunale. Roma non merita un sindaco #bugiarda”. Un pietoso infermiere l’ha subito avvertita: “Signora, guardi che è già lunedì. Ora è meglio che mi segua”.
Santa Maria Elena. Preoccupano le condizioni della ministra Boschi. Ieri all’alba un usciere di Banca Etruria, aprendo il caveau per la donna delle pulizie, l’ha rinvenuta esanime dopo una notte insonne trascorsa a chiamare a numeri sconosciuti dall’elenco di Roma, con un messaggio preregistrato: “Ciao, sono Maria Elena, sono qui con Giachetti… Ma come Maria Elena chi e Giachetti chi? Non è uno scherzo, sono proprio io, quella della nuova Costituzione! Mi raccomando, domenica vai a votare con tutti gli amici. Come saprai, dobbiamo salvare la Capitale dai barbari che non vogliono le Olimpiadi… Come dici?… No, non conosco il significato di queste parole col suffisso -ccitua e -ulo… Screanzato, ora ti faccio denunciare dagli avvocati di papà!”. Si riprenderà, salvo complicazioni. Ma si temono ricadute in ottobre.
San Piero. Dopo le sue prime due profezie – “Se Grillo vuol fare politica, fondi un partito e vediamo quanti voti prende” e “La Appendino un giorno si sieda su questa sedia di sindaco, vediamo se è capace e comunque lo decideranno gli elettori” –, il noto attaccapanni soppiantato da un’Appendino stava telefonando a Luigi Di Maio: “Se vuoi fare il premier, càndidati e vediamo quanti voti prendi”. L’hanno interrotto i membri dello staff, che gli hanno levato il cellulare con una mano (con l’altra si grattavano), pregandolo di non insistere e, visto il suo stato confusionale, scortandolo in rianimazione. Ce la farà.
San Claudio. Il direttore del Foglio Claudio Cerasa stava ultimando il suo nuovo editoriale, peraltro identico a quelli che pubblica da tre anni per sostenere, nell’ordine, che: “I 5Stelle sono un partito comico”, “Non c’è un vincitore, non c’è uno sconfitto, non c’è boom a 5Stelle”, “numeri alla mano, quello del M5S non è un risultato storico”, “non c’è un voto contro Renzi”, “ai ballottaggi vincono i candidati trasversali”, “il bello dei ballottaggi è questo: se sei la terza forza del paese puoi vincere in alcune città, ma alla fine resti sempre la forza numero tre. Olè”, “a Grillo le Olimpiadi dovrebbero piacere: premiano pure i terzi” (battutona), dunque “buongiorno, ha vinto Giachetti”. Poi purtroppo ha acceso la tv e ha saputo. Allora ha tentato il suicidio gettandosi sotto Giuliano Ferrara, ma l’ha salvato un collega che, temendo il peggio, lo teneva d’occhio da ore. Ne avrà per qualche giorno.
Santa Repubblica. Sventato nelle stesse ore un suicidio di massa in Largo Fochetti, sede di Repubblica. Dopo aver annunciato il miracolo del Pd a Roma (“Giachetti, le 12 mosse per la rimonta”, “Le rimonte incredibili ai ballottaggi”), l’intera redazione tentava di porre fine ai suoi giorni come la setta del Tempio del Popolo a Jonestown, in Guyana, nel 1978, ascoltando un audiolibro con l’ultima intervista di Scalfari a Renzi letta da Calabresi. Provvidenziale l’intervento di Carlo De Benedetti, ormai immune a questo genere di sevizie, che ha disattivato il terribile audio salvando i dipendenti. Che dovranno comunque seguire una terapia disintossicante.
San Giorgio. Dopo aver detto “Boom 5Stelle? Non ho sentito nulla” nel 2012 e due settimane fa “Sulle urne si sono tirate somme discutibili”, Giorgio Napolitano è stato sottoposto ad approfondite analisi all’apparato uditivo. Amorevole il consiglio dei medici: “Entra anche tu nel meraviglioso mondo di Amplifon”.
San Fabrizio. Stazionarie le condizioni di Fabrizio Rondolino, ricoverato in grave stato di ipossia dopo la maratona televisiva su La7. Dopo avere preconizzato “la fine dei 5Stelle”, aveva auspicato “l’unità repubblicana” Pd-FI per sconfiggerli ai ballottaggi. Ora il paziente è sedato. È con lui, nel momento della prova, Andrea Romano.
Sant’Erasmo. Ore di terrore per il direttore della fu Unità, Erasmo D’Angelis. Una dozzina di persone, cioè tutti i suoi lettori, hanno cinto d’assedio la redazione del fu giornale, sbarrandone le uscite e sventolando gli ultimi titoli del quotidiano fondato da Antonio Gramsci:, “Ecco cosa rimane del nuovo che avanzava nel M5S”, “Fassino in pole position per la partita finale”, “Voglia di vincere”, “L’Istituto Cattaneo smaschera le bugie e i bluff di Grillo: loro in calo, più voti al centrosinistra”, “Ecco il flop 5Stelle”, “In tv vince
Giachetti. Raggi indecisa su tutte le questioni”, “Roma, Grillo non sta sereno”, “La semina di Giachetti: raccoglieremo i frutti”. Il malcapitato, dopo ore d’assedio, si è messo in salvo da un’uscita secondaria, assistito dai suoi nuovi editorialisti Cicchitto, Pisicchio e Manuela Repetti, che l’hanno accompagnato al pronto soccorso per accertamenti. Lì ha appreso della squillante vittoria dell’Udeur a Benevento e, prima di perdere i sensi per la gioia, ha dettato il titolo per l’Unità di oggi: “Ripartire da Mastella”.